Riso spagnolo venduto come italiano. Coldiretti: urge etichettatura più trasparente

Riso spagnolo venduto come italiano. Coldiretti: urge etichettatura più trasparente

La notizia. Dopo una segnalazione di Federconsumatori di Pavia all’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato, Curtiriso ha ritirato nove tonnellate di riso coltivato, lavorato in Spagna e confezionato in Italia, come riportato dalle etichette. Sulle scatole c’erano anche la bandiera italiana e scritte come “coltivazione del riso in Italia” e “riso coltivato soprattutto in Pianura Padana”. Curtiriso, con stabilimento a Valle Lomelina, ha espresso il suo “rammarico” spiegandlo che si è+ tratato di “un errore umano estiamo già lavorando per alzare ancora di più il livello di attenzione già altissimo in azienda. Purtroppo è statoconfuso il deposito del riso italiano con quello spagnolo in una fase partivolare. Proprio in questesettimane, infatti, sista compiendo l’integrazione tra i sistemi di lavorazione di Curti eGariboldi”, uest’ultima industria recentemente acquisita dal gruppo.

Le reazioni. In particolare quelledi Coldiretti. In una nota POaolo Dellarole, presidente di Coldiretti-Biella, con delega al settore risicolo: “Ci uniamo alla preoccupazione espressa dai colleghi di Pavia per ciò che è accaduto e ribadiamo che la vicenda è da chiarire in tutti i suoi aspetti, auspicando che errori del genere non si ripetano più. E’ per evitare vicende come queste che ci battiamo per una etichettatura sempre più chiara. Si tratta di tutelare i consumatori che devono ricevere informazioni corrette e complete per poter scegliere in libertà se privilegiare riso italiano e locale rispetto ad altri prodotti coltivati in altre parti d’Europa, a volte con regole diverse dalle nostre, ad esempio in Spagna sono autorizzati fitofarmaci per la risicoltura diversi rispetto all’Italia. Per questo occorrono etichette sempre più precise riguardo alla provenienza dei prodotti, che permettano a chi acquista di scegliere consapevolmente. Abbiamo appena inviato a Bruxelles un milione di firme con l’iniziativa ‘Stop Cibo Anonimo’: per chiedere che sia resa obbligatoria nelle etichette l’indicazione di origine dei prodotti. La Commissione Europea ora dovrà prendere in esame la nostra richiesta e ci auguriamo lo faccia al più presto, perché le norme europee che entreranno in vigore nel 2020 riguardo all’etichettatura rischieranno di confondere nuovamente le idee ai consumatori”.curtiriso

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