Quelle “spie” hanno salvato il riso e l’ambiente

Quelle “spie” hanno salvato il riso e l’ambiente

Novembre, giro di boa dell’annata agraria e tempo di bilanci. Si tirano le somme anche sui risultati dei progetti sviluppati in risaia nella lotta ai patogeni come il “brusone”, fungo che attacca le pianticelle, e il nematode meloidogyne graminicola (nematode galligeno). Se ne parlerà il 29 novembre al Centro ricerche Ente Nazionale Risi di Castello d’Agogna (Pavia) , ore 9,30, durante un incontro divulgativo. Il primo progetto, denominato con l’acronimo Bruma, ha riguardato la lotta con il rilevamento della presenza di condizioni climatiche favorevoli allo sviluppo del fungo nelle risaie vercellesi e novaresi attrverso centraline-spie che palesano la presenza di spore nell’aria. In tal modo si circoscrive il periodo di utilizzo degli antagonisi chimici e un loro impiego mirato e ridotto.

Al convegno del 29 parteciperanno Giorgio Ferrero, assessore all’agricoltura dela Regione Piemonte; Paolo Carrà presidente Ente nazionale Risi; Giulia Baldrighi, presidente Fondazione agraria novaresse che ha promosso l’iniziativa Bruma insieme con Ente Risi, Regione Piemonte, Dipartimento scienze della terra e dell’ambiente Università di Pavia, Province di Vercelli e Novara, Fondazione Banca Popolare di Novara. Dei progetti sperimentali Bruma e Melgri (nematode) parleranno Alba Cotroneo e Federico Spanna (Regione Piemonte); Gabriele Varalda (Regione Piemonte del territorio delle province Biella e Vercelli). Inoltre: Marinella Ridolfi e Annamaria Picco (Università di Pavia), Raffaella Tibaldi (Regione Piemonte); Massimo Biloni (Italian Rice Experiment Station); Simone Silvestri (Ente Risi), Loredana Carisio (Regione Piemonte), Daniele Tenni e Carlotta Caresana (Ente Risi).

captaspore

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