Telemaco e Prometeo Mitologia e scienza per i risi del futuro

di Gianfranco Quaglia

Scienza e mitologia. Come dire: futuro e passato remoto alleati per ottenere un
prodotto in grado di superare le difficoltà legate ai cambiamenti climatici e agli attacchi
di parassiti. Stiamo parlando di riso, il cereale più coltivato nel Novarese, Vercellese e
Pavese. Due nomi: Telemaco e Prometeo, due nuove linee sulle quali si sta lavorando in
laboratorio e in campo.
La novità più significativa riguarda le TEA, acronimo che si traduce in “tecniche di
evoluzione assistita”. Niente a che vedere con OGM (organismi geneticamente
modificati e vietati dalla legge). Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica
(MASE) ha autorizzato la prima sperimentazione in campo di piante ottenute con
“Genome editing” in Italia. I ricercatori, intervenendo su Dna, introducono modifiche
identiche a quelle che si possono generare spontaneamente in natura, operando con
geni appartenenti allo stesso regno e alla stessa specie. La prima pianta individuata per
questo esperimento è stata quella del riso. Il progetto è affidato a Vittoria Brambilla
(Scienze Agrarie e Ambientali, Produzione) dell’Università di Milano. Brambilla e la sua
équipe lavoreranno su una linea di riso della varietà Telemaco denominata “Ris8imo”.
Entrambe definizioni molto evocative, che aprono nuovi orizzonti.
Tre geni di Telemaco sono stati inattivati per ottenere resistenza al “brusone”, la
malattia fungina purtroppo presente in larga parte della superficie risicola italiana,
anche nel Novarese: gli attacchi del “brusone” (pyricularia) necrotizzano le pianticelle
di cereale sino a ridurne lo sviluppo e la produzione. Sin qui questo fungo è stato
contrastato attraverso modelli matematici e un progetto che prevede il monitoraggio
degli attacchi con centraline captaspore collocate in risaia. Ma il problema non è ancora
risolto alla radice. Occorre trovare un super-riso, in grado di resistere agli assalti
fungini. Telemaco, attraverso TEA, potrebbe essere la soluzione.
Resistenza e resilienza sono le parole-chiave dei ricercatori. Nel centro ricerche di Ente
Nazionale Risi, a Castello d’Agogna (PV), sono sviluppate anche altre linee produttive
in grado di reagire alla siccità prolungata, altro tema diventato attuale in questi ultimi
anni. Il centro dispone della “banca del germoplasma”, un caveau che contiene gioielli
più preziosi dell’0ro: in termini scientifici sono definiti accessioni. Sono circa 1700.
Filip Haxhari, direttore del settore miglioramento genetico, ha ibridato e selezionato
Prometeo, che si è rivelato tollerante agli stress idrici. Una delle prove in campo è stata
realizzata nei terreni dell’Istituto Agrario Bonfantini di Novara e si è rivelata più che
soddisfacente. Lo stress-test è stato molto selettivo. “Soltanto 88 dei 180 genotipi
seminati sono riusciti a completare il ciclo colturale portando il seme a maturazione, e
solo 28 di essi hanno fornito una produzione pari o superiore ai 50 quintali/ettaro”.

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