Il ragazzo del Boscaccio che cambiò la storia della gente dei campi

di Gianfranco Quaglia

“La vita democratica del nostro Paese sarebbe stata drammaticamente diversa se i coltivatori diretti non avessero garantito l’apporto insostituibile del loro voto e del loro consenso. Voi siete i garanti della libertà del Paese”. Così Aldo Moro nel 1976, allora presidente del Consiglio, parlava della Coldiretti, il più grande sindacato agricolo d’Italia e d’Europa, che oggi conta un milione e seicentomila iscritti. Quel discorso era il riconoscimento e un atto di riconoscenza nei confronti di un’idea, anzi di una intuizione che ha nome e cognome: Paolo Bonomi. La generazione del Terzo Millennio oggi potrebbe dire: chi era costui? Non a Romentino, il Comune a pochi chilometri da Novara dove Paolo Bonomi nacque nel 1910. Era figlio di piccoli agricoltori, abitavano in un cascinale, il Boscaccio, tutt’attorno risaie e pioppeti, nebbia d’inverno. Paolo ogni mattina percorreva a piedi la strada di campagna che lo separava dal centro abitato per andare a scuola e forse già in quel tragitto sognava il riscatto. Non solo per lui. Il giorno venne e fu il 30 ottobre 1944: Paolo Bonomi avrebbe dato vita all’idea, quella di fondare la Coltivatori Diretti. Un’intuizione che trasformò il mondo dei campi, riconoscendo dignità a chi lavorava, donne e uomini, attraverso istituti di garanzia come la mutua e la pensione. Una rivoluzione. Il “ragazzo del Boscaccio” aveva intuito e voluto fortemente quel cambiamento epocale già nel settembre del ’43 quando Badoglio lo aveva nominato commissario della Federazione dei piccoli proprietari e fittavoli. La nascita della Federazione Nazionale Coltivatori Diretti si ispirava ai principi cattolici, alla scuola cristiano-sociale e aveva lo scopo di “agire in tutti i campi per difendere la gente della terra ed elevare economicamente e socialmente le classi contadine…”. La forza della Coldiretti fu espressa anche in Parlamento, con la cosiddetta “Bonomiana”, un’ottantina di deputati che avevano voce decisiva nelle file della Dc.

Sono trascorsi esattamente 75 anni dalla fondazione. Oggi la Coldiretti ha una forte visibilità nel tessuto sociale agricolo, il giallo dei mercatini di Campagna Amica sono una realtà incardinata fra i consumatori. Lo dimostra anche l’azione contro il cibo falso lanciata in tutta Europa: soltanto in Italia sono state raccolte 1,1 milione di firme, pari all’85 per cento, coinvolgendo cittadini, rappresentanti delle istituzioni e della politica, dello sport, della ricerca. Sarebbe piaciuto a Bonomi. Domenica 27 a Romentino la Coldiretti gli dedicherà una giornata intera di celebrazioni.

 

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