Sul Tavolo di Martina le “amarezze” del riso Made in Italy

Sul Tavolo di Martina le “amarezze” del riso Made in Italy

Tutti a Roma. Giovedì 13 aprile, ore 9,30, in via XX Settembre davanti al Ministero delle Politiche Agricole. Questa la parola d’ordine per i risicoltori italiani chiamati a un incontro con il ministro Maurizio Martina. Sul tavolo la crisi e le inizairtive per uscirne. Da più parti politiche stanno arrivando proposte, interrogazioni. A poche ore dall’incontro il presidente dell’Ente Nazionale Risi, Paolo Carrà, ha inviato una lettera ai consiglieri delle regioni Lombardia e Piemonte i quali hanno intenzione di proporre una mozione riguardante le importazioni di riso a dazio zero nell’Unione europea e l’etichettatura per garantire al consumatore l’origine del prodotto.

“RingraziandoVi dell’iniziativa – scrive Carrà – vorrei evidenziare che è fondamentale che le mozioni di entrambe le Regioni abbiano identico contenuto per rendere più efficace l’azione nei confronti di coloro che hanno la competenza per adottare i provvedimenti che dovranno portare il settore del riso fuori dalla crisi in cui versa. Riguardo all’etichettatura sarà necessario individuare, per la stessa, modalità che, attentamente studiate, gestite e promozionate, possano spiegare efficacemente al consumatore il valore dell’italianità.

Rispetto alla clausola di salvaguardia Vi invito ad inserire nelle mozioni la richiesta di modificare le norme che oggi regolano l’applicazione della clausola di salvaguardia approfittando dell’opportunità offerta dall’articolo 40 secondo comma del Regolamento Ue 978/2012 del Parlamento europeo e del Consiglio che testualmente recita “entro il 21 novembre 2017 la Commissione presenta al Parlamento europeo e al Consiglio una relazione sull’applicazione del presente regolamento. Tale relazione può essere corredata da una proposta legislativa”.

Alla manifestazione parteciperano i produttori in arrivo dalle province risicole italiane e, ovviamente, dal Piemonte, regione che – con oltre 116 mila ettari, 1100 aziende ed una produzione di 8 milioni di quintali – rappresenta il più importante comprensorio.

Per questo, i numerosi risicoltori piemontesi, con la presidente della Coldiretti regionale Delia Revelli, il presidente di Coldiretti Vercelli e Biella con delega al settore risicolo Paolo Dellarole ed il Delegato Confederale Bruno Rivarossa, saranno a Roma per denunciare le speculazioni e gli inganni che mettono a rischio il primato dell’Italia in Europa, come dimostra il dossier “La guerra del riso”, elaborato da Coldiretti, con le analisi e le proposte degli agricoltori italiani che saranno illustrate dal presidente Roberto Moncalvo.

“Sono previste iniziative eclatanti per denunciare pubblicamente i bassi prezzi pagati agli agricoltori, ma anche le condizioni di sfruttamento del lavoro, l’inquinamento ambientale e i rischi per la salute dei prodotti importati low cost dall’Oriente” rimarca il presidente di Coldiretti Novara Vco Sara Baudo.

 

Difesa dalle importazioni, reciprocità, etichettatura di origine obbligatoria a livello europeo e una PAC efficace ed efficiente. Sono queste, in sintesi, le proposte che Confagricoltura presenterà al ministro Martina. Le rende note il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti che, a Verona, nell’ambito di Vinitaly/Sol, ha discusso delle questioni del settore risicolo anche con l’europarlamentare Paolo De Castro. Giansanti ha quindi espresso in dettaglio la posizione di Confagricoltura: “Siamo consapevoli che oggi non è possibile invocare la clausola di salvaguardia per frenare le importazioni dai Paesi meno avanzati a difesa della produzione europea di riso. Chiediamo pertanto di modificare il regolamento che detta le norme sulla clausola; entro il 21 novembre la Commissione europea deve presentare al Parlamento ed al Consiglio una relazione sull’attuazione del regolamento con eventuali proposte di modifica. E’ l’occasione per cambiare la norma e sospendere le concessioni quando danneggiano i nostri produttori di riso. Nel frattempo, possiamo limitare i quantitativi dell’import agevolato e subordinarlo a condizioni di effettiva reciprocità, ad esempio per quanto riguarda i prodotti fitosanitari consentiti nei Paesi da cui importiamo e non autorizzati in Europa”. In materia di origine, Confagricoltura chiede che l’etichettatura sia obbligatoria ed applicata a tutto il riso europeo.

Etichettatura. Ormai è diventato un mantra, mutuato anche nel mondo del riso. E’ invocata dal settore, riecheggia in Parlamento. L’ultima iniziativa, in ordine di tempo, è quella del deputato Pd Giovanni Falcone, membro della Commissione agricoltura della Camera, che ha presentato un’interrogzione: “Anche se riconoscimao l’impegno fin qui profuso dall’esecutivo per il settore risicolo, serve uno sforzo maggiore. Senza un intervento del governo, il contesto internazionale, caratterizzato dagli squilibri di mercato provocati dall’azzeramento dei dazi sulle importazioni da Cambogia e Myanmar, rischia di dannegiare pesantemente i produttori italiani e incoraggiare la speculazione. La prima strada da percorrere è attivare la clausola di salvaguardia, prevista dalla normativa Ue. Ancora più importante è la battaglia in sede Ue per l’estensione dell’etichettatura anche ai prodotti risicoli, portata avanti con determinazione dai ministri Calenda e Martina. Fiduciosi nel loro operato, chiediamo uno sforzo ulteriore per arrivare a un traguardo decisivo per la tutela del settore”.

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