Risicoltura sotto scacco e sotto la neve (photogallery)

Risicoltura sotto scacco e sotto la neve (photogallery)

SAM_4085“Benvenuti nell’agricoltura del presente”. Con questo slogan si è chiuso il convegno “La risicoltura sotto scacco” che ha inaugurato sotto la neve la qarantunesima edizione di Fiera in Campo, organizzata da Anga (Associazione nazionale giovani agricoltori di Confagricoltura) , sezione Vercelli-Biella, presieduta da Giovanni Coppo, nel centro fiere di Caresanablot (Vercelli). Il messaggio è stato lanciato da Marco Miserocchi, direttore Italia Topcon Agricolture, la multinazionale giapponese dell’agricoltura digitale e della precision farming, il cui quartiere generale è al Lingotto di Torino. “Con l’agricoltura di precisione – ha aggiunto Miserocchi – siamo alla terza rivoluzione. In risicoltura è questo un modo di difenderci dalla concorrenza. Quando parliamo di precision farming intendiamo utilizzo di satelliti, droni, gps, insomma tutti quegli strumenti necessari alla raccolta dati georiferiti, che consentono alle aziende di produrre di più e spendere di meno. Un esempio? La cascina Motta, nel Novarese, all’avanguardia per utilizzo di questi sistemi, ha ridotto tempi e costi del 5-15%, e prodotto un +5%, pari a 17 mila euro l’anno, coprendo il minor guadagno della quotazione del riso”.

Al convegno, moderato da Alessandro Maresca, di “Terra e vita”, è intervenuto anche Mario Danieli, country manager Italia del gruppo Argo Tractors, che costruisce 27 mila trattori l’anno (il 75% in Italia), 1650 dipendenti distribuiti in cinque stabilimenti.

Alessandro Arioli, agronomo, docente e capodipartimento di l’AgricUltura del Terzo Millennio: “Noi rappresentiamo lo 0,38% della produzione mondiale del riso, ma siamo una nicchia d’eccellenza e abbiamo una grande opportunità: l’uso corretto dei fitofarmci che non ha rivali nel mondo. Basti pensare che i nostri diretti concorrenti, nel Sudest asiatico, possono usare tutti quei prodotti messi al bando in Europa, perché mutageni e cancerogeni. Per debellare alcuni insetti addirittura il kerosene. E’ ora di fare lobby, facciamola noi per dire che quel riso non può entrare in Europa e in Italia, informiamo bene i consumatori, insegniamo loro a leggere le etichette. Diciamo fino in fondo che abbiamo una regione che consente l’utilizzo dei liqwuami di fognatura e un’altra che lo vieta”.

Dario Casati (Dipartimento di scienze e politiche ambientali) Università di Milano: “Crisi dei prezzi del riso o crisi della risicoltura? Interroghiamoci sulla carenza di coordinamento produttivo fra risicoltori e fra questi e la domanda dell’industria. Dobbiamo andare alla ricerca di una strategia complessiva per il settore. Finiamola con il litigare e facciamo leva su interessi comuni, che vadano dal settore sementiero sino alla grande distribuzione”. Poi lancia un messaggio alla ricerca, che dovrebbe essere orientata anche alla commercializzazione per conquistare il consumatore.

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