La mascherina biodegradabile

di Gianfranco Quaglia

Ai tempi del Coronavirus e dello smarrimento generale che contagia più di quanto l’epidemia stessa, affiorano certezze che arrivano dalla sinergia agricoltura-ricerca-industria. E’ il caso delle mascherine, oggetti ormai introvabili e preziosissimi, che nel Novarese derivano dall’economia circolare. Un’industria, la Coccato&Mezzetti di Galliate, specializzata nella produzione di articoli sanitari, ha rimesso in moto la linea di mascherine monouso. Il paradosso è rappresentato dal fatto che questa azienda familiare anni fa produceva già questi dispositivi di protezione individuale. “Ma dopo il 2005 – come spiega l’ad Fabiano Vittorio Coccato – per effetto della massiccia importazione dall’area asiatica e l’impossibilità di fronteggiare la competività dei prezzi, la produzione aziendale era stata ridimensionata e finalizzata solo a commesse di altissima qualità destinate ad aziende che prediligevano manufatti biodegradabili”. Infatti queste maschere sono un prodotto di ecellenza realizzato, attraverso la linea Promovita, con il Mater-Bi sviluppato da Novamont, altra azienda allpavanguardia nella produzione di plastiche biodegradabili. La ripresa della produzione su larga scala, sollecitata dalla grande richiesta attuale, ora consente di rimettere in moto il ciclo virtuoso dell’economia circolare: dall’amido di mais al dispositivo protettivo, per poi tornare alla madre terra come materiale compostabile e biodegradabile.

You must be logged in to post a comment Login