La lingua di Dante non abita a Bruxelles

di Gianfranco Quaglia

Prima l’aveva detto quasi sottovoce, fra le righe di un comunicato. Poi ha preso…carta e penna, anzi pc e indirizzi email scrivendo direttamente ai ministri Teresa Bellanova (Agricoltura) e Luigi Di Maio (Esteri). Paolo Carrà, presidente dell’Ente Nazionale Risi si dice indignato ed esprime il proprio forte disappunto, a nome di tutti i risicoltori, per la scarsa considerazione che Bruxelles ha nei confronti della lingua italiana. Proprio così. Non è una questione di difesa della madre lingua in previsione del settimo centenario della morte di Dante Alighieri (2021), ma una presa di posizione per rivendicare un atto di sacrosanto rispetto linguistico. La nota è stata inviata anche ai commissari europei e agli europarlamentari. Il “forte disappunto” si riferisce alla “mancata traduzione in italiano, da parte della Commissione europea, della consultazione pubblica relativa al Regolamento sul sistema delle Preferenze Generalizzate.  Detta situazzione si era già verificata conla precedente consultazione relativa alla valutazione di medio termine del sistema”

L’obiettivo di questa iniziativa, che scadrà il 3 giugno, è quello di ascoltare le opinioni, le esperienze e le prove di un’ampia varietà di parti interessate che possano fornire spunti per una riflessione sulla possibile revisione del regolamento. In altre parole: la revisione di un regime che concede facilitazioni a ingressi di riso da paesi stranieri. Ma il testo che invita alla consultazione è tutto rigorosamente redatto in lingua inglese, quando la maggior parte dei risicoltori e industriali interessati appartengono all’Italia. “Questo fatto – scrive Carrà – costituisce un grave torto nei confronti della filiera risicola italiana, principale produttore in ambito europeo”. Nella nota il presidente ha chiesto che gli organismi deputati facciano pressioni ai compoetenti uffici a Bruxelles per attuare quanto dovuto.

 

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