Gli chef: meno male che Ente Risi ha salvato il Carnaroli

Gli chef: meno male che Ente Risi ha salvato il Carnaroli

La battaglia legale vinta dall’Ente Nazionale Risi che ha sventato il tentativo di un privato italiano di brevettare il nome Carnaroli a Bruxelles, con il rischio di impedire l’utilizzo dello stesso nome della varietà principe della risicoltura italiana, ha messo in moto anche la reazione di chef blasonati. Sono tutti italiani e scendono in campo, sollecitati dall’Ente Nazionale Risi, a difendere il riso Made in Italy. Tutti concordi: giù le mani dal nostro Carnaroli. Il loro parere sarà pubblicato sul numnero di settembre de “Il Risicoltore”, organo ufficiale dell’Ente Risi, e di cui pubblichiamo alcuni stralci in anteprima.

Cominciando da Luisa Valazza, titolare del ristorante Al Sorriso di Soriso (Novara), due stelle Michelin: “Ci sarebbe mancato altro che a essere danneggiate, in un momento così difficile per la collocazione del riso italiano, fossero state le piccole e medie aziende che producono un riso d’eccellenza. Certo è che sarebbe importante ora, intelligente e utile, che si cominciasse tutti, proprio in Italia, a partire dai ristoratori e dagli chef per arrivare al semplice consumatore a usare di più il riso in cucina”.

Gennaro Esposito, due stelle Michelin, titolare del risotrante Torredelsaracino a Vico Equense (Napoli): “La bataglia portati avanti dall’Ente Risi è stata non solo dovuta ma imprescindibile per la sopravvivenza delle piccole e medie aziende risicole di qualità italiane. La perdita della varietà carnaroli sarebbe stata una beffa per consumatori e utilizzatori del settore”.

Mariangela Susigan, della Gardenia di Caluso (Torino): “La vittoria dell’Ente Risi è un risultato che continuerà a dare a noi chef e ai consumatori la libertà di scegliere tra le tante proposte di aziende che producono, lavorano e commercializzano i loro Carnaroli”.

Martina Caruso, chef del Signum di Salina (Messina), una stella Michelin: “il Carnaroli è fondamentale per la mia cucina nel caso debba cucinare un risotto o gli arancini. La varietà Carnaroli, anche per i clienti meno avvezzi al riso e al risotto, è garanzia di ecellenza edi qualità”.

Christian Costardi, una stella Michelin, chef del risotrante Cinzia di Vercelli: “Bene ha fatto Ente Risi a costituirsi contro un privato che rivendicava l’appropriazione del nome Carnaroli. Se ciò si fosse verificato ritengo ci sarebestato un momento si grande confusione, un vero e proprio terremoto all’intenro del disciplinare del riso che avrebe richiesto di rifare a ritroso il cammino fatto con la varietà Carnaroli selezionando un riso altrettanto importante per qualità e nome”.

luisavalazza

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