Ferraris: prezzi indecenti, non svendete il riso

Ferraris: prezzi indecenti, non svendete il riso

risolavorato«Basta con le prese in giro, la risicoltura italiana è messa in ginocchio non solo dalla concorrenza straniera, ma anche dalle situazioni di mercato interno. Non possiamo più sottostare ai diktat che arrivano dal mondo industriale. Ai miei colleghi risicoltori dico soltanto questo: resistete, resistete e non vendete».

Giuseppe Ferraris, presidente della Federazione nazionale riso di Confagricoltura, punta il dito contro i prezzi che all’inizio della campagna sono già ai minimi termini. «Di più, sono sotto la soglia sopportabile, inferiori ai costi di produzione. Impossibile continuare. Le quotazioni delle varietà appartenenti al lungo A da parboiled sono passate da 40 a 30 euro il quintale, il tondo è a 26-27, il lungo B sotto i 25. Considerando che i costi di produzione si aggirano attorno ai 32-33 euro il quintale, mi chiedo come possiamo ancora lavorare. La raccolta del cereale è soltanto alle prime battute, ma questa è la tendenza. Siamo di fronte a una speculazione, non tutti i risicoltori sono in grado di trattenere il prodotto in attesa che il vento cambi. Circa un 30 per cento è costretto a vendere, anzi a svendere perché ha bisogno di liquidità. E’ più che mai necessario aggregarsi, aderire ai consorzi e alle cooperative cerealicole per fruire di anticipi a tassi agevolati. Abbiamo compuito passi notevoli sul fronte della tecnologia ma nel settore della commercializzazione la risicoltura è rimasta a 80 anni fa».

Il ribasso dei prezzi deprime ulteriormente la condizione delle aziende, già esposte alla concorrenza sui mercati europei esercitata dal riso in arrivo dalla Cambogia a dazio zero. «Ma la prima Cambogia è qui, sul mercato domestico, dove siamo costretti a combattere una depressione di quotazioni senza precedenti. L’industria non può più chiederci collaborazione quando si tratta di aderire alle loro proposte in materia di approvazione della nuova legge sul mercato interno del riso che prevede la possibilità di miscelare alcune varietà, di far uscire ed entrare dalla griglia di tutela varietà come Ribe e Thaibonnet. Visto come stanno le cose, bloccheremo quella legge». (g. f. q.)

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