Controlli rigidi e etichettatura per scongiurare la peste suina

Controlli rigidi e etichettatura per scongiurare la peste suina

Attenzione e fermezza, richiamo alle misure di prevenzione e all’etichettatura. Sono le reazioni seguite al sequestro di carni suine importate dall’olanda e provenienti dalla CinaConfagricoltura è molto preoccupata per il sequestro in Veneto di carni suine importate dall’Olanda e provenienti dalla Cina, paese con una grave situazione di espansione dell’epidemia di peste suina africana.

“Le misure preventive prese dalle istituzioni che presidiano il sistema dei controlli sono state efficaci e tempestive – commenta Confagricoltura – ma questo episodio deve indurci a non abbassare la guardia vista la continuità ormai dei mercati e l’intenso traffico di carni”.

L’eventuale diffusione della peste suina africana in Italia significherebbe la fine di un comparto essenziale del nostro agroalimentare, che può contare su quasi 9 milioni di capi allevati e che vale oltre 11 miliardi di euro, tra produzione di carne suinicola e fatturato dell’industria di trasformazione, e oltre a 1,6 miliardi di export. Il settore inoltre incide per il 6% sul fatturato dell’industria agroalimentare ed impegna circa 25.000 allevamenti, 1500 macelli e 3500 imprese di trasformazione.

“Dobbiamo intensificare i controlli e le ispezioni, prevedendo un coordinamento tra tutti i Paesi della Ue”, aggiunge Confagricoltura.

Per Coldiretti Serve dare immediatamente il via libera all’obbligo dell’etichettatura d’origine sui derivati della carne suina per garantire la trasparenza e la rintracciabilità di fronte agli allarmi sanitari che si moltiplicano con la globalizzazione degli scambi.

Il Piemonte dai paesi del nord Europa importa oltre il 30% dei suini per il consumo di carne fresca e circa 1,2 milioni di suini, invece, sono destinati per l’ 80% al circuito del prosciutto di Parma e San Daniele per un fatturato di 280 milioni di euro con circa 1100 aziende coinvolte.

“Sollecitiamo l’entrata in vigore del decreto che introduce l’indicazione della provenienza per le carni suine  trasformate dopo  l’intesa raggiunta in Conferenza Stato Regioni – affermano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale -. Non è ammissibile che dalle frontiere europee abbiano lasciato passare materiale pericoloso, inoltre sotto accusa ci sono anche i ritardi, a livello nazionale, causati da una burocrazia che non comprende l’urgenza di tracciare gli alimenti che arrivano ai consumatori”.

Per l’etichettatura è necessario indicare le informazioni relative a: “Paese di nascita: (nome del paese di nascita degli animali); “Paese di allevamento: (nome del paese di allevamento degli animali); “Paese di macellazione: (nome del paese in cui sono stati macellati gli animali). Quando la carne proviene da suini nati, allevati e macellati nello stesso paese, l’indicazione dell’origine può apparire nella forma: “Origine: (nome del paese)”. La dicitura “100% italiano” è utilizzabile solo quando ricorrano le condizioni del presente comma e la carne è proveniente da suini nati, allevati, macellati e trasformati in Italia.  Quando la carne proviene da suini nati, allevati e macellati in uno o più Stati membri dell’Unione europea o extra europea, l’indicazione dell’origine può apparire nella forma: “Origine: UE”, “Origine: extra UE”, “Origine: Ue e extra UE”.pestesuina

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