Addio a Gianluca Zanetta, il manager che si fece chef e lanciò la cipolla bionda

Addio a Gianluca Zanetta, il manager che si fece chef e lanciò la cipolla bionda

di Gianfranco Quaglia
Dalla fabbrica alla terra. Da manager a chef e contadino. Così Gianluca Zanetta, di Cureggio (Novara) che un giorno decise di abbandonare la città, trasferirsi in campagna, e con la moglie Raffaella aveva concretizzato il suo sogno: aprire un agriturismo. Sarebbe bastato questo per sentirsi appagato, ma Gianluca e la moglie sono andati oltre, realizzando alla “Capuccina” uno dei più begli esempi italiani di agriturismo, interpretando la filosofia dalla terra al consumatore: accoglienza, sguardo al futuro, radici.

Se ne andato in silenzio, a 51 anni, all’ospedale di Verbania dove era ricoverato e lottava da tempo contro il male. Lascia Raffaella, tre splendidi figli, quindici dipendenti, un allevamento di capre Saanen (origine svizzera). E un vuoto incolmabile tra centinaia di amici, in Italia e nel mondo, che lo amavano, apprezzandone l’intraprendenza e la professionalità. Soprattutto il suo attaccamento alle radici, con uno sguardo sul mondo. Così era Gianluca, che aveva riattato questo cascinale cinquecentesco trasformandolo in un agriturismo-resort, realizzando un sogno, lui che era già un manager affermato nel settore tessile avrebbe potuto andare anche oltre. Invece, con la moglie Raffaella Fortina aveva deciso di lasciare Milano e tornare nei campi. In pochi anni “La Capuccina” era diventata un tempio della ristorazione e dell’accoglienza, un ristoro ricercato da inglesi, francesi, tedeschi, americani, giapponesi. Qui si tornava all’essenza della natura, al connubio terra-tavola che Gianluca, nipote del grande chef Piero Bertinotti (Pinocchio di Borgomanero) aveva saputo esaltaregIANLUCA-zANETTA. Come il recupero della cipolla bionda di Cureggio, diventata presidio slow food. Lui aveva creduto in questo antico ortaggio, “allium cepa”, che uno sparuto gruppo di promotori di Cureggio e Fontaneto aveva riscoperto al punto da attirare l’attenzione di studiosi: aveva visto giusto anche Anna Feldman, studentessa americana laureata in Scienze della Gastronomia all’Università di Pollenzo, con una tesi di laurea sulla cipolla bionda, dopo una «stage» nei campi di Cureggio e Fontaneto.

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