A Fiera in Campo dibattito sul futuro del riso: ma conviene ancora? (fotogallery)

A Fiera in Campo dibattito sul futuro del riso: ma conviene ancora? (fotogallery)


finassiVale ancora la pena di coltivare il riso? La domanda, posta a bruciapelo, in realtà è pertinente e la risposta arriva da uno studio che Giuseppe Sarasso, noto dottore agronomo vercellese e presidente del Lions Club Vercelli, ha presentato alla quarantesima edizione di Fiera in Campo, la rassegna annuale organizzata dai giovani Anga (Associazione nazionale giovani agrcoltori) di Confagricoltura Vercelli Biella presieduta da Giovanni Coppo. La ricerca, condota per l’Associazione dei laureati in scienze agrarie e forestali Vercelli e Biella, s’intitola <<Il bilancio dell’azienda risicola italiana e confronto con risicolture straniere>>. Uno studio approfondito, arricchito di parametri e comparazioni dettagliate fra diverse tipologie di aziende, costi, ricavi, proiezioni. Le concluisioni sono amare, ma realistiche, anche alla luce della tendenza in atto in Europa, ovvero le importazioni a dazio zero che mettono in crisi la nostra risicoltura e ne deprimono le quotazioni: il prezzo medio di 305 €/tonnellata non riesce nemmeno a coprire i costi di un’azienda di 300 ettari; nel 2016 la situazione è stata penalizzante per tutte le varietà. “E questo . sottolinea Sarasso – accade a causa delle importazioni EBA, sempre che nuovi accordi (Vietnam, Colombia) non finiscano di azzerare gli spazi per gli agricoltori italiani, un film già visto per la filiera bietola”. Di più: negli ultimi anni gran parte delle aziende sono sopravvissute grazie alle risorse accumulate in tempi migliori e nel corso della breve finestra remunerativa apertasi tra marzo 2008 e fine 2009, rinunciando agli accantonamenti per l’aggiornamento del parco macchine, non remunerando il capitale di esercizio e sottopagando il lavoro personale e quello dei famigliari. Queste strategie di sopravvivenza a breve e medio termine sono state e sono ancora spesso adottate da imprenditori che sono alla soglia o hanno raggiunto l’età del pensionamento.

Il convegno si era aperto con un un intervento di Antonio Finassi, presidente Associazione scienze agrarie Vercelli e Biella, cui è stato consegnato un riconoscimento per la sua lunga e apprezzata attività professionale in Italia e all’estero. Finassi ha parlato di crisi attravrersata dalla risicoltura italiana, ma ha anche aggiunto che “le nostre aziende hanno dimostrato negli anni la capacità di . Certo è che non possiamo combattere se abbiamo le armi spuntate. Tuttavia possediamo anche alcune carte da giocare: ad esempio utilizzare i risultati delle analisi dei prodotti che entrano in Europa, tutti sappiamo che in Vietnam e in Cambogia alcune molecole utilizzate per coltivare il riso da noi sono vietate. E poi dobbiamo puntare su un’azione coordinata e scordare che l’obiettivo principale è raggiungere la resa di 10 tonnellate a ettaro. No, noi dobbiamo guardare alla qualità, i selezionatori devono proporci varietà con proprietà nutraceutiche. Gli americani stanno studiando varietà a lenta digestione. Insomma puntiamo di più sugli aspetti salutistici”.

Delle tecniche di agricoltura di precisione per la coltivazione del riso ha parlato Massimo Lazzari, docente di meccanica alla Facoltà di agraria di Milano.

 

CLICCA PER SCARICARE: Bilancio risicoltura 2016

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