“Ti ammazzerò stasera”: le paure che ci fanno diventare strabici

“Ti ammazzerò stasera”: le paure che ci fanno diventare strabici

di Gianfranco Quaglianeirotti

Un intreccio tra cronaca nera, storie di vite vissute ai margini, eppure intrise di tanta umanità. E lungo il cammino di una narrazione forte, ambientata in un centro della provincia italiana dove l’arrivo di profughi stranieri (i migranti) alimentano il sentimento della paura, non solo uomini e donne, ma anche i cani diventano protagonisti. Agli amici dell’uomo, come usa dire, Marco Neirotti scrittore e giornalista piemontese de “la Stampa”, grande cronista dell’anima e dei sentimenti, dedica la sua attenzione nel romanzo “Ti ammazzerò stasera” (golem Edizioni). Il titolo non tradisce le aspettative di chi si accosta a queste 146 pagine da sorbire tutte d’un fiato, perché avvincono e sono ricche di colpi di scena. Non è un thriller la storia raccontata da Neirotti, ma un incalzare di avvenimenti che fanno dell’opera un’occasione per esplorare il mondo di una cronaca vissuta sulla strada, sul posto, come ha fatto Marco per tanti anni a Torino, in periferia, in giro per il mondo a scovare e scavare storie. Il linguaggio utilizzato dai personaggi non fa sconti, non è indulgente, spesso è quello dei “borderline”, reale. L’azione che anima il romanzo è un susseguirsi di imprevisti e situazioni del nostro tempo, che interrogano le nostre coscienze di fronte alle paure cavalcate, ai pericoli virtuali, al diverso che arriva da lontano.

In questo cammino, di tanto in tanto sbuca un cane: randagio, da compagnia, in branco. Marco Neirotti ha un debole per loro: li ama e vive quasi in simbiosi nella sua abitazione con la famiglia. Ha sempre saputo stabilire un rapporto diretto con i cani che incontrava, anche quando era “su un servizio” in Italia e all’estero. Come quella volta che si trovava in Albania e diventò quasi amico di un branco di randagi famelici.

 

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