Piemonte, la regione più arida d’Italia

di Gianfranco Quaglia

Paradosso Piemonte. E’ il caso di dirlo. Area di grandi montagne, fiumi, torrenti, laghi. Insomma, una potenziale disponibilità idrica da far invidia a molti altri territori d’Italia. Invece è la regione più arida d’Italia. A sottolinearlo è Anbi (Associazione nazionale che riunisce i consorzi irrigui e di bonifica). Le condizioni del grande fiume restano drammatiche con portate largamente deficitarie a monte e che peggiorano a mano a mano che ci si sposta verso il  delta (dimezzate rispetto alla media del periodo): i valori sono ovunque inferiori all’anno scorso (a Torino -46%), a Piacenza si registra un nuovo minimo storico (306 metri cubi al secondo contro il precedente record di 333). In Piemonte la situazione è ancora più compromessa nei bacini idrografici sud-occidentali, dove i fiumi Maira e Pellice (ad Ovest) hanno portate intorno al 50% rispetto al 2022, mentre la Bormida (a Sud) registra valori attorno al 42% dello scorso anno e all’Orba  manca quasi il 30%. Francesco Vincenzi, presidente dell’associazione nazionale dei consorzi irrigui: “In questo momento ci sono più risorse idriche al Centro-Sud che al Nord. In Piemonte sono presenti solo quattro invasi mentre altri da anni aspettano scelte concrete. Il Piano Laghetti ne prevede altri 10, ma i progetti definitivi sono in attesa di finanziamento: permetterebbero di trattenere oltre 25 milioni di metri cubi d’acqua, garantendo irrigazione a 17 mila ettari di campagne”.

“L’analisi dei dati idrologici – aggiunge Massimo Gargano, direttore generale di Anbi – ribadisce la funzione fondamentale degli invasi. E sullo sfondo rimane un’amara domanda: quanto acqua stiamo lasciando scorrere inutilizzata verso il mare?”

 

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