Piccoli frutti crescono, il mirtillo lancia la sfida

Piccoli frutti crescono, il mirtillo lancia la sfida

mirtilli2di Enrico Villamirtillo

La Fondazione Agrion, voluta dalla Regione Piemonte e presieduta da Giacomo Ballari, ha appena edito Ortaggi, Fragola e Piccoli Frutti, un vero e proprio manuale per gli appassionati di orticoltura, branca importante dell’agricoltura piemontese.

Negli ultimi anni la Agrion si è guadagnata un posto importante tanto nel monitoraggio delle colture sempre più minacciate dagli insetti che arrivano da lontano come il moscerino dagli occhi rossi (drosophila suzuchi) e la cimice asiatica (halymorpha halis), quanto nella ricerca sulle patologie dalle origini ancora abbastanza oscure. Il lavoro sul Kiwi, l’anno scorso colpito da una moria in tutta Italia, è un esempio eloquente . E la squadra di ricercatori, che anche hanno compilato il manuale di orticoltura, è guidata dall’agronomo Graziano Vittone.

La Agrion presidia anche il comparto molto importante della orticoltura, sempre più diffusa con un Pil di rilievo nelle province piemontesi. Infatti, ormai l’estensione delle coltivazioni ha raggiunto i 21.000 ettari su cui operano circa 7.000 aziende. Questo tessuto economico importante si sta alleando con l’industria, ugualmente di rilievo. Agricoltura locale e Ferrero di Alba con un patto inedito stanno infatti combattendo contro la cimice asiatica, insetto dannoso per le nocciole, ma essenziali per la pasticceria industriale.

Le statistiche confermano la validità dell’ attenzione della Fondazione Agrion e della Regione Piemonte per le produzioni orticole che prima delle sanzioni verso la Russia per la questione ucraina, prendevano in quantitativi rilevanti la strada di Mosca. L’Ismea qualche anno fa ha effettuato un sondaggio sul consumo pro-capite di frutta e verdure. E per alcuni prodotti di largo consumo, come carote, carciofi, cipolle, lattuga, melanzane, patate, pomodori, zucchine sono state accertate cifre interessanti e incoraggianti anche da un punto di vista della salute per il consumatore del nostro Paese. Fra le specie vegetali che in futuro potrebbero avere un avvenire, spiccano i cosiddetti piccoli frutti: fragole (oltre circa 3 kilogrammi pro capite) le angurie (oltre 25/30 kilogrammi) e i mirtilli. Per alcuni la base è costituita dalla propensione sociale e tradizionale o dalla aumentata domanda familiare e industriale. Per il mirtillo (nel mondo sono coltivate 130 varietà) il futuro sembra più favorevole. A parte le coltivazioni nazionali, i maggiori quantitativi di mirtillo provengono dall’Argentina, dal Cile, dalla Spagna e dalla Cina. Dando per scontato l’incremento accertato di produzione e di utilizzo, la Compagnia internazionale Euroberry annota: il consumo cresce molto nella stagione estiva e i prodotti locali esistenti non sono sufficienti per rifornire i rispettivi paesi. In particolare, nell’Europa del Nord (Germania e Inghilterra) dove la domanda è in aumento, anche dovuta alle riconosciute proprietà organolettiche del frutto.

E in Italia? La coltivazione è proiettata verso l’aumento. Indirettamente nella sostanza ne fa cenno anche la pubblicazione della Fondazione Agrion. Però va anche evidenziato che i consumi sono ancora contenuti nonostante l’abitudine a ricorrere di più al mirtillo in pasticceria o nell’industria dolciaria: soltanto 70/80 grammi pro capite. Lo stesso era accaduto negli USA dove il consumo si era aggirato sui 90 grammi all’anno. Poi all’improvviso, a causa dei pregi alimentari del mirtillo, la situazione è mutata: il consumo pro capite si è stabilizzato su 1/1,5 kilogrammi a testa.

A Moncrivello, nelle colline moreniche poco distante sia da Ivrea che da Vercelli, la sfida dichiarata del mirtillo in espansione, è stata accettata sia dal Comune guidato da Massimo Pissinis che dalla Federazione Coltivatori Diretti presieduta da Paolo Dellarole e diretta da Maria Lucia Benedetti, nonché da Campagna Amica. Il 27 giugno in partnership Municipalità, Coldiretti e Campagna Amica per la seconda volta hanno istituito la Giornata del mirtillo estendendola al kiwi e al bianco Erbaluce, più in generale a un comparto agroalimentare dove la piccola bacca sta sempre più diventando importante. In proposito lo chef di Borgomanero Giancarlo Rebuschini ha dimostrato come, al di là della tradizione, si possano preparare crépe dolci e salsa di mirtillo. In quella occasione il mirtillo d’oro istituito dal comune di Moncrivello, è stato consegnato a Roberto Moncalvo, presidente nazionale di Coldiretti. E’ anche stato programmato di conferire il mirtillo d’oro a Carlo Petrini, benemerito presidente di Campagna Amica.

Nelle cronache recenti del mirtillo e dei piccoli frutti destinati a guadagnare in avvenire molto spazio economico, la edizione della Festa di Moncrivello è diventata assai importante anche da un punto di vista storico. I mirtilli erano – e sono – prodotti ai piedi del castello di Moncrivello, dimora rinascimentale di Jolanda di Valois (1423/1478), moglie di Amedeo di Savoia(1435/1472) proclamato santo per il suo rapporto molto corretto, data l’epoca, con le popolazioni. Jolanda è entrata nella storia agricola del Vercellese, essendo stata determinante nella costruzione (1448/1468) del Canale di Ivrea, destinato a muovere molini marchionali e lungo chilometri 73,92, che collega la Dora, resa navigabile dalla duchessa, alla Sesia. L’opera, forse progettata da Leonardo da Vinci(1452/1519) come risulterebbe dal Codice Atlantico, assicurò l’acqua alle coltivazioni, diventando un “canale d’oro” soprattutto per il trasporto del sale e per l’irrigazione.

(foto da Facebook e ideegreen.it)

 

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