Pac e chilometro zero. In Valsesia progetto pilota

Pac e chilometro zero. In Valsesia progetto pilota

di Enrico Villa

valsesiaPer due volte in poco tempo hanno utilizzato i bandi che finanziano in montagna e in collina i piani di sviluppo rurale previsti dalla politica agricola comune, anche estesi nel periodo 2014/2020. Sono Pierangelo Carrara presidente della Comunità Montana Valsesia di Varallo e Angelo Dago vicepresidente e assessore all’agricoltura, entrambi con un forte seguito popolare nei 28 comuni aderenti ai piedi del Monterosa, versante della Valsesia. Il primo finanziamento anche con l’ausilio del Cai, è servito per sistemare sentieri e tracciati, ben individuati e molto graditi dai turisti per salire in alto puntando alle malghe che offrono prodotti non sempre rintracciabili in città. La secondo volta il bando, riguardante i piani di sviluppo rurale emanato dalla Regione Piemonte, è stato utilizzato per rendere facilmente praticabili sei vie dalla Valsesia alla Valle d’Aosta che difatti sono state chiamate Rosa ride. Spiega Angelo Dago: “Abbiamo attuato una strategia per creare percorsi di servizio in funzione degli alpeggi. Per servire i prodotti dell’alpeggio al turista”. Nel contesto, anche sostenuto dalla Provincia di Vercelli presieduta da Carlo Riva Vercellotti, è rientrata l’area collinare che fa capo alla città di Gattinara, uno dei luoghi rinomati in tutto il mondo per il suo vino omonimo e di cui è sindaco Daniele Baglione.
La presentazione dei percorsi del Rosa è avvenuta il 29 giugno scorso a Varallo nella sede della Comunità Montana, una villa Liberty che caratterizza un viale molto bello del capoluogo valsesiano. In questo stesso viale, in un’altra villa Liberty, ha sede la Municipalità varallese da decenni riferimento per le iniziative che riguardano la Valsesia. Ma all’inizio di questa estate bizzarra che non ha dato all’economia turistica quello che sarebbe stato giusto, le vie di servizio alle malghe sono state la circostanza d’avvio di un programma intenso relativo alla sua area nonché relativo ai suoi pregi gastronomico-alimentari. Infatti, dal 13 al 21 luglio a Varallo si è svolta la 36esima edizione della Alpàa, con una fama in crescita dagli anni Ottanta/Novanta che sta eguagliando l’importanza delle rassegne alpine delle Alpi Orientali e della Baviera. E in questa rassegna varallese si è ritagliato una importanza altrettanto crescente il Consorzio Valsesia nato per impulso della Comunità Montana il quale ha istituito la sua sede e il suo spaccio nella Frazione Doccio di Quarona. Qui nell’ultimo biennio ha preso corpo il programma del cosiddetto Kilometro zero (logo: KM 0) distinto dallo slogan Dal produttore al consumatore che, appunto, offre i prodotti o acquistabili allo spaccio consorziale o reperibili nelle malghe e negli alpeggi attraverso le sei vie del Rosa Ride. Ma come illustra una brochure, questi stessi prodotti vanno dal latte ai formaggi, alle carni ai salumi e al miele di alta quota. Una attenzione particolare è richiamata sia per gli amanti dei formaggi in Italia e in Europa Comunitaria in aumento sia per gli appassionati del miele sempre più consigliato nelle diete. Ecco le rarità casearie del Consorzio Valsesia: Toma Valsesia, Macagn, Caprino, Toma Ajgra, Salagnun, Mascarpa, Frachèt. Ed ecco il miele: in particolare quello di alta montagna, apprezzato dagli estimatori e dall’artigianato di pasticceria con le essenze aromatiche dei pascoli e del rododendro. Questi stessi mieli, come annotano al Consorzio Valsesia – però la considerazione vale per tutta la cerchia delle Alpi e per le colline italiane – “possiedono aromi e proprietà insuperabili”.
A proposito del latte e dei suoi derivati, da tutelare in ogni modo proprio per rendere sempre più attrattive le vie agli alpeggi come i valsesiani Monterosa Ride, arriva da Torino dalla Regione Piemonte e dall’Università una sollecitazione da condividere. Prendendo spunto dal Regolamento 852/04/CE, recentemente è stata predisposta la Guida di Buona Prassi Igienica per i caseifici di azienda agricola, in Italia circa 4.000 e la maggior parte proprio nelle malghe e nelle casere di montagna. Ai pascoli piemontesi, con una superficie di circa 305.000 ettari, ovviamente appartengono anche quelli valsesiani che fanno capo alla Comunità Montana e dove la salubrità del latte e dei formaggi diventa sempre più un imperativo categorico. Infatti, proprio in questo ambito la salubrità del latte e dei suoi derivati è la vera carta da giocare perché – lo evidenzia la Guida di buona prassi igienica…- i consumi di latte, formaggi, yogurt, budini, anche burro sono in crescita ovunque. Tradire la fiducia dei consumatori sarebbe disastroso.

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