Obama, Milano il cibo e noi

di Gianfranco Quaglia

Il keynote speech, il discorso filo conduttore prronunciato da Obama a Milano a Seeds&Chips nell’ambito di Tuttofood, resterà impresso in tutti coloro che sono rimasti incollati ad asoltare l’ex presidente degli Stati Uniti circa due ore. Senza dubbio rappresenta un indirizzo per le future politiche di sostenibilità ambientali e la sicurezza alimentrare nel mondo. Focalizziamo alcuni passaggi che inducono a riflessioni.

Profughi. Alcuni sono il risultato di carenze alimentari. Se non cambiamo strategia, la situazione in Europa non potrà che peggiorare. Migrazioni e profughi, il fenomeno non è mai stato così vasto nella storia dell’umanità.

Gas serra. Entro il 2050 l’agricoltura potrebbe essere il secondo fattore di emissione di gas serra, serve pertanto un’agricoltura più avanzata, dobbiamo creare una cultura del cibo più sostenibile e sano, invertire la tendenza del cambiamenmto climatico.

Partecipazione. Se siamo coraggiosi dobbiamo lavorare insieme. Se non partecipi ti becchi il politico che ti meriti.

Spreco. La gente è reticente all’idea che siano i burocratici a dirci che cosa mangiare. Negli Usa l’agricoltura mette d’accordo democratici e repubblicani. Si cerca di lavorare insieme con gli agricoltori per produrre in modo più efficiente e con minore emissione di gas. Il sistema alimentare è uno dei più inefficienti del settore umano: sprechiamo un terzo di ciò che consumiamo. Le persone comprano cose preconfezionate, con il cibo fresco lo spreco è inferiore.

Michelle. E’ tutta una questione di sensibilizzazione. Il cibo, soprattutto a Milano, è un fattore emotivo. Se vogliamo raggiungere gli obiettivi dobbiamo coinvolgere agricoltori e consumatori, sovente i problemi ambientali passano sopra la loro testa. A proposito di testa: Michelle mi ha picchiato per anni in testa, siono a quando non ho smesso di fumare.

Cibo come piacere. Non vogliamo creare una società nella quale si toglie il piacere del cibo, la gente cerca la gioia nel cibo, ma ciascuno con maggiore consapevolezza potrà migliorare la sua salute. Nel settore alimentare è molto importante attirare la gente con qualcosa di positivo piuttosto che dare direttive punitive.

Ogm. Quand’ero presidenza lasciavo fare alla scienza. Oggi dico questo: dobbiamo essere prudenti, avere reti di sicurezza, promuovere un dibattito intelligente su come procedere, ma non ci si può chiudere. Pensiamo soltanto al riso, al grano, al mais: non sono esattamente gli tessi che mangiavamo cento anni fa.

Tecnologia. Sta procedendo più velocemente di quanto pensiamo, crea più capitali e meno manodopera: questo sarà un grande problema nel mondo avanzato e mi preoccupa moltissimo. Dobbiamo anticiparlo. Pensiamo ai giovani che senza nulla da fare si incanalano in modo malsano. Credo che dobbiamo lavorare un po’ meno e distribuire meglio il lavoro, costruire una mobilità tra lavoro, reddito e persone. Che cosa succederà quando la tecnologia avrà occupato interi settori?

Privacy. Rispetto a oggi, quando io usavo Internet nella mia campagna elettorale si può dire che era come utilizzare il telegrafo o suonare i tamburi.

Giovani. Se fossi imprenditore saprei che vale la pena capire questo mercato. Quando i giovani percepiscono che ciò che vendi non fa bene oppure che tu non paghi bene, tutto ciò può avere un impatto sul brand.

Bambini. Dite ai vostri genitori che spengano la luce quando escono dalla stanza.

Speranza. La storia non si muove mai in linea retta nel tempo, ma prima o poi va sempre nella direzione giusta.

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