Mercosur, un’altra brutta parola per i risicoltori italiani

Mercosur, un’altra brutta parola per i risicoltori italiani

Cambogia, Myanmar, poi Vietnam. Paesi noti ai risicoltori italiani e in un’ottica negativa, perché corrispondono ad altrettanti insidie commerciali: a loro infatti sono tati concessi benefici daziari nell’export verso l’Europa, in quanto appartengonop ai cosiddetti PMA (Paesi meno avanzati), quindi detentori di privilegi <tax free> per stimolare l’economia. Il risultato è che una valanga di riso a prezzi concorrenziali sta entrando nell’area comunitaria mettendo in difficoltà i poroduttori italiani e anche gli industriali trasformatori. Inutili, finora, le pressioni della filiera risicola italiana e del nostro Governo, nel tentativo di frenare la tendenza, le concessioni e gli accordi. Come se non bastasse ora arriva un’altra minaccia: l’ufficio di Bruxelles di Cflagonfagricoltura lancia l’allarme Mercosour. Acronimo che comprende i Paesi del Sudamerica (Argentina, Brasile, Uruguay). Con questi paesi, tutti produttori di riso, somno riprese le trattative con l’UE per arrivare a un acordo. La proposta prevede numerosi contingenti d’importazione a dazio ridotto e tra questi anche 40 mila tonnellate di riso a un dazio ridotto di 15 euro/tonnellata. L’ipotesi è già stata criticata da molti Stati membri del Consiglio dei ministri agricoli europei: l’Italia è stata tra i 19 paesi contrari. L’esame della proposta riprnefde nei prossimi giorni e poi gli stessi ministeri avranno tempo soino al 24 aprile per inviare le osservazioni.

A metà maggio si ipotizza un incontro con la delegazione Mercosur per lo scambio delle offerte (amche i sudamericani presenteranno le loro proposte).

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