La Brexit, la Pac e la Regina Madre

di Gianfranco Quaglia

La decisione del primo ministro britannico Boris Johnson di sospendere il Parlamento per accelerare l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea e il caos che ne è seguito stanno creando preoccupazione nel mondo agricolo italiano, perché a fare le spese della Brexit non sarebbe soltanto l’agroalimentare britannico (comparto che impiega 4 milioni di persone e genera un volume d’affari di 108 miliardi di sterline); anche le produzioni comunitarie risentirebbero fortemente con perdite fino al 90 per cento per riso, carni, zucchero e prodotti lattiero-caseari. Quindi l’Italia sarebbe fra i Paesi più colpiti, con una contrazione dell’export di circa 40 miliardi di euro l’anno. A ciò si aggiunga un taglio al bilancio Ue, perché il Regno Unito potrebbe non corrispondere l’importo previsto (33 miliardi) come quota parte per gli impegni di spesa pluriennali assunti durante la permanenza nell’Unione. Insomma, la cosiddetta Hard Brexit potrebbe rivelarsi una catastrofe per tutti. Anche per gli inglesi, in particolare per Sua Maestà la Regina Madre la quale ha dato il suo assenso all’azione del Primo Ministro. Viene da chiedersi se a Buckingam Palace sanno fare i conti, oppure se Elisabetta II ha una carta segreta da giocare. Perché l’uscita dall’Unione Europea farebbe venire meno anche la possibilità per gli agricoltori inglesi di fruire dei sostegni economici previsti dalla Pac (Politica agricola comune). E fra i primi imprenditori agricoli c’è proprio Elisabetta. Secondo il Sunday Telegraph, la Sandringham Estate, il rifugio di campagna della regina a Norfolk, perderebbe 700 mila sterline l’anno di sussidi e le fattorie vicino al castello di Windsor subirebbero un taglio di 300 mila sterline. Ce n’è anche per il principe Carlo che potrebbe a sua volta perdere 100 mila euro l’anno di fondi. Dio salvi la Regina!

 

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