Il futuro dell’agricoltura? Vola sulle nostre teste

Il futuro dell’agricoltura? Vola sulle nostre teste

di Enrico Villa

Non ci sono ancora dati precisi. Ma i droni, che sono entrati in modo prepotente nella storia dell’agricoltura europea, nelle scorse festività natalizie son diventate l’oggetto del desiderio dei bambini e dei giovani. Le applicazioni dei droni a giocattoli sempre più sofisticati, hanno reso la misura di quello che domani potrebbe diventare l’agricoltura, lasciatasi alle spalle le “vecchie” trattrici semoventi e sempre più rivoltasi agli oggetti volanti, che con un peso massimo di 25 chilogrammi e più eliche, domineranno dall’alto i territori coltivati a cereali (riso e mais). Giuseppe Sarasso, agronomo vercellese nonché accademico di istituzioni italiane che monitano continuamente l’agricoltura, sta studiando a fondo le applicazioni le quali, con l’aiuto dei GPS e di altra “energia trasferibile” trasformeranno la primaria attività dell’uomo in qualche cosa di diverso.

Il pilotaggio remoto

Del resto, questa prospettiva entusiasmante è appena stata indagata dal Mit di Boston. Il Massachuttes Institute of Tecnoloy, riferendosi all’agricoltura statunitense non ha lasciato molti dubbi: per migliorare quantità e qualità delle coltivazioni, i farmers dovranno sempe più puntare sui droni e sulle loro capacità in aria, fino ad una altezza di 150 metri su aree coltivate, ma non impegnate, da altre strutture delicate come centrali energetiche, autostrade, aeroporti e via elencando. In quasi tutto il mondo, gli enti per il trasporto aereo hanno introdotto regole rigide sull’uso dei droni per utilizzo economico in aiuto delle persone. Infatti gli esperti della materia, ricordando l’aspetto delle regole che in realtà frenerà un poco lo sviluppo dell’applicazione dei droni, rammentano anche che drone è un sostanivo adatto a tutti gli usi: dall’aeronautica agli usi bellici, in grado di risparmiare vite umane. In effetti, riassumendo il loro utilizzo anche in agricoltura, i droni sono distinti dalla sigla SAPR che significa Sistemi aeromobili a Pilotaggio Remoto; cioè da terra per spargere sostanze diverse (concimi, diserbanti, semi eccetera) con perfmormances quasi sempre impedite alle macchine semoventi più perfezionate come le trattrici, appunto, e le mietitrebbiatrici.

Il rallentamento, comunque, della diffusione dei droni, stando alle valutazioni dei tecnici, ancora per alcuni anni lascerà spazio alla meccanizzazione tradizionale che nelle zone cerealicole negli ultimi 60/70 anni ha avuto una diffusione impetuosa. Nella risaia italiana, questa stessa diffusione è stata cadenzata dalla Fiera in Campo, organizzata fin dalla prima edizione dai giova dell’Anga (Associazione Nazionale Giovani Agricoltori), in genere poi diventati prestigiosi imprenditori agricoli. Trentotto anni fa, nella cornice della medioevale Badia di Lucedio, dove si svilupparono le prime coltivazioni riso, un gruppo di giovani avviò la prima Fiera in Campo. La rassegna, su terreni a riso doveva dimostrare come le trattrici fossero indispensabili per la lavorazioni del terreno. Questa palestra di abilità è rimastra invariata. Infatti, alla 38esima edizione a Caresanablot (27, 28 febbraio, con un appendice il 1° marzo) su una quarantina di ettari, le trattrici e le aratrici dimostreranno come, guidati da giovani, queste macchine, sempre più perfezionate, siano grado di fare miracoli. Anche ora, collateralmente ad un vasto ventaglio merceologico, i giovani dell’Anga hanno insistito sul legame stretto fra le macchine e il riso. E per la seconda volta, hanno varato lo slogan: mettere la propri faccia perché il riso metta la sua in termini di tecnologia, di economia che riguardi il nord Italia(Vercelli, Novara,Pavia,Ferrara, Oristano) gli equilibri sostanziali dell’ambiente. A Caresanablot, dopo 38 anni, sarà una grande fiera di macchine, ad esempio mietitrebbiatrici che paiono astronavi con la necessità di una formazione costante degli addetti per azionarle e farle rendere con profitto.

L’agricoltura di precisione

Anche in periodi di crisi generale come questa, con il riso per i pericoli dietro l’angolo ( lo afferma Roberto Magnaghi, direttore generale Ente Risi) l’economia dalle macchine è più che mai fondamentale. Non tenerne conto sarebbe sicuramente un errore, come ancora recentemente ha prospettato con uno studio l’Università di Torino, pubblicato su Agricoltura mensile della Regione Piemonte. I ricercatori Remigio Berruto, Alessandro Sapegno, Patrizia Busato insistono sulla necessità di fare bene i conti, utilizzando le macchine sia nel trasporto dei raccolti dal campo ai magazzini che nella irrigazione per cui, ugualmente, si ricorre alle macchine. Questo accade per l’aratura, l’erpicatura, la concimazione, la semina, i trattamenti fitosaniari. In realtà, siamo ad un passo dalla agricoltura di precisione a cui, nei prossimi anni dovrebbero tendere sempre piu i droni, magari spodestando un poco le trattrici le cui prime, ancora in uso, furono acquistate 48/50 anni fa. E che con l’abilità dei conducenti della Fiera in Campo ancora funzionano bene.

 droneagricolo1

You must be logged in to post a comment Login