Quelli che il riso lo coltivano con droni e satelliti (fotogallery)

Quelli che il riso lo coltivano con droni e satelliti (fotogallery)

Droni, satelliti, Gps. Mappe di vegetazione, di prescrizione e di produzione, in grado di predire il futuro, cioè la resa in campo. Di questo ormai si parla in risaia. E i giovani Anga (Confagricoltura, sezione Vercelli-Biella) che hanno organizzano la Fiera in campo (39.a edizione), centrano l’obiettivo. A cominciare dall’inaugurazione della rassegna, con «Nuove tecnologie per una risicoltura più attenta», convegno promosso da Spektra Agri, con il business manager Marco Miserocchi che ha presentato le novità più recenti di questo settore specifico. Con i sistemi stallitari abbinati ai sensori sulle mietitrebbie in azione. «i dati raccolti in tempo reali, arrivati sul vostro pc dice Miserocchi – servono agli agricoltori per prendere decisioni, migliorare la redditività». C’è ancne una mappa dei suoli per monitorare la resisticità del suolo, capire lanatura del terreno e intervenire con una fertilizzazione mirata e dosata. Due i vantaggi: risparmio energetico-costi e salvaguardia dell’ambiente. Con un’avvertenza: «I dati non sostituiscono il bravo agricoltore, ma possono fornire conoscenze in più su cui prendere decisioni. L’agricoltura è bella perché il modello matematico non esiste, è fatto dall’esperienza dell’agricoltore».

Marco Romani (Ente Risi) parla dell’esperienza all’azienda agricola Melano di San Pietro Mosezzo, dove è stata seguita una fertilizzazione di precisione. Ma per fare tutto ciò – aggiunge – serve un agricoltore o un tecnico preparato.

Alberto Crema (Cnr-Irea-Milano), ha operato nell’azienda agriclla Franchino di Robbio (Pavia): qui un modello ha simulato lacrescita delle colture pe capire quali migliorie apportare.

Matteo Bertocco (agricoltural support) nell’azienda petrini di Livorno Ferraris (Vercelli) si è occupato di mappa di stabilità.

La precision farm è diventata ormai una certezza nell’azienda di Giovanni Chiò, giovane agricoltore dell’azienda agricola Battioli di San Pietro Mosezzo (Novara): «Noi la pratichiamo dal 2012,con risultati interessanti: riduzione tempi e costi dell8%, dei mezzi tecnici pari al 4%. Risparmio totale a ettaro di 170 ettaro, con un beneficio complessivo per l’azienda di 30 mila euro l’anno».

Antesignano della precision è stato senzsa dubbio Giuseppe Sarasso (Azienda agricola Palestro di Olcenengo, in provincia di Vercelli: «Io sono stato un pioniere, occorre molta esperienza. Adesso c’è un altro problema che riguarda i finanziamenti. Il Psr della Regione Piemonte pone un limite: SAM_2199chi supoera i 35-40 ettari esce alla graduatoria e non ne ha diritto».

 

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