Centinaio: presenza continua a Bruxelles per difendere il riso italiano

Centinaio: presenza continua a Bruxelles per difendere il riso italiano

di Gianfranco Quaglia

“Ho un figlio di due anni e mezzo. Non posso pensare di dovergli dargli da mangiare riso che arriva dalla Birmania o dalla Cambogia, trattato con fitosanitari vietati in Italia ma con il via libera dell’Europa che ha concesso le importazioni a dazio zero”.

Gian Marco Centinaio, (al centro nella foto al Villaggio Coldiretti di Torino) neo ministro delle Politiche Agricole, da Pavia, terra che di riso ne mangia e coltiva (la provincia con la superficie più estesa d’Italia), è esplicito: “Qui le cose devono cambiare. Non solo il riso, ma tutta la nostra agricoltura è sotto attacco. E tre possono essere le reazioni: fuga, difesa e contrattacco. Ecco io scelgo la terza opzione, perché sappiamo di avere una enogastronomia al di sopra della media mondiale, un’imprenditoria eccellente, voglio rilanciare il nostro marchio”.

In questi giorni infuria la battaglia dei dazi. Lei come li considera?

“No ai dazi, mi interessa tutelare ciò che entra nel nostro Paese attraverso controlli veri, che blocchino le schifezze e i tarocchi. Non possiamo più tollerare l’Europa consenta l’import di risi trattati con prodotti vietati ai nostri risicoltori. Poi andremo all’estero per fare educazioni alimentare, insegnare a mangiare food italiano. Come? Con strumenti di marketing, la comunicazione, ricorrendo a biglietti da visita che possono diventre locomotive, come la moda. Metteremo in campo anche testimonial dello spettacolo. Il ministero, per la prima volta riunisce agricoltura e turismo e lavora in sintonia con quello dell’ambiente: come dire, una squadra per attirare ancora più turisti nel nostro Paese e promuovere il Made in Italy. Saremo un ministero che parlerà agli italiani all’estero e in Italia entrerà nelle scuole, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, per diffondere il cibo italiano”.

Ministro, da quattro anni i nostri risicoltori atendono l’applicazione della clausola di salvaguardia come antidoto all’invasione tax free ai risi dal Sudest asiatico. Ora da parte della Commissione è in atto una ricognizione per accertare se effettivamente le nostre aziende hanno subito danni dalle importazioni. Non è ora di una svolta?

“Faremo una grande operazione di diplomazia a Bruxelles e cercheremo di riattivare tutti i canali diplomatici necessari per contare di più nei momenti decisionali e fare sentire la nostra voce. Occorre essere presenti, sempre. Purtroppo devo rilevare che in precedenza, quando si è parlato di riso, sovente non eravamo rappresentati nei posti che contano”.

 

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