Benvenuti al Sud con un piatto di Fassona

di Gianfranco Quaglia

“Vedi Napoli e poi muori”. L’antico detto fu ripreso anche Goethe nel suo viaggio in Italia, omaggiando la straordinaria bellezza della città partenopea e dintorni, arricchita anche dalla buona cucina (leggi pizza, oggi patrimonio dell’Unesco). La fama del piatto nazionale è sconfinata, quella Made in Napoli, gustata sul posto, è inimitabile. Quale turista vi rinuncerebbe? Serve una buona dose  di coraggio per proporre un piatto tipico di altre regioni, magari del “profondo” Nord, ai turisti che ad esempio hanno appena visitato gli scavi di Pompei: “Prego signore e signori gradite una bella bistecca alla piemontese!”. La proposta è già realtà: a due passi dall’ingresso dell’antica città romana pietrificata dall’eruzione del Vesuvio nel 79 dopo Cristo ha aperto i battenti la nuova “Fassoneria di Pompei”. E’ la linea di ristorazione e vendita di carne Piemontese di eccellenza promossa dall’imprenditore torinese Fabrizio Bocca assieme alla cooperativa di produttori Compral di Cuneo guidata da Bartolomeo Bovetti. E’ la decima apertura in Italia dopo i due locali di Torino, Reggio Emilia, Roma, Milano, Monza, Rho, Nicolosi (Catania), Torino Mixto.

Come è nata l’idea di proporre la Fassona ai piedi del Vesuvio? Il merito è di Giovanna Tortora, famiglia di albergatori e ristoratori. Era venuta a Torino in visita alla sorella e aveva scoperto la Fassoneria: è stato amore a prima vista e così è nato lo sposalizio Piemonte-Campania. La Fassoneria di Pompei propone la linea completa degli hambuger-gourmet alla tagliata, i crudi, gli agnolotti ripieni, ma anche panini con specialità campane come la parmigiana alle melanzane e i broccoli con le alici, la torta caprese. In cantina etichette di Barolo e Nebbiolo, accanto a Lacryma Christi e Falanghina. Benvenuti al Sud, con la Piemontese. 

 

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