Avvisi ai naviganti: come aggirare gli attacchi di aflatossine nel mais

Avvisi ai naviganti: come aggirare gli attacchi di aflatossine nel mais

di Paolo Guttardi

Aflatossine, istruzioni per l’uso

Con l’avvio delle operazioni di raccolta del mais, in alcune zone del Nord è emerso il problema aflatossine, con una contaminazione “a macchia di leopardo”. L’Aspergillus (il fungo produttore di aflatossine) ha assunto una rilevanza crescente in questi ultimi anni a causa dei cambiamenti climatici. Si manifesta soprattutto maggiormente con le alte temperature e in situazioni di carenza idrica e nelle coltivazioni come il mais da granella molto utilizzato nelle produzioni lattiero-casearie. La presenza di aflatossine (contaminanti naturali) poi coincide spesso con alti livelli di attacchi di insetti, come la piralide del mais, perchè questi sono i maggiori responsabili della veicolazione delle spore fungine e, al contempo danneggiano la pianta aumentando le condizioni di stress e quindi la suscettibilità agli attacchi fungini medesimi. Per contenere i danni i tecnici di Confagricoltura consigliano di anticipare la raccolta, portando ad essiccare granella con meno del 22 % di umidità. Ciò comporta maggiori costi di essiccazione, ma l’alternativa è rischiare di raccogliere mais vendibile solo ad uso agro-energetico.

Assicurazione agevolata, prima di aprire il 2017 chiudere i conti con il 2015 e 2016

E’ ai nastri di partenza la definizione del Piano Assicurativo Agricolo Nazionale (PAAN): lo strumento normativo che regolamenta nel dettaglio le colture assicurabili, le avversità ammesse e la tipologia di polizze che godono dell’agevolazione comunitaria e del FSN (Fondo di Solidarietà Nazionale). Il Ministero delle Politiche agricole ha infatti invitato le Regioni a presentare le proprie richieste/osservazioni per la campagna 2017, nell’ambito del quadro normativo vigente che poggia sulla “Gestione del Rischio ” Misura 17.1 del PSN e sul decreto “semplificazioni” (DM 162 del 12/1/2015). Ma Confagricoltura insorge: prima di pensare al 2017 occorre chiudere i conti con il 2015 ed il 2016, campagne per le quali il pagamento dei contributi è ancora lontano, a causa delle difficoltà burocratico-informatiche, legate in particolare alla predisposizione dei PAI con una provvedimento di sanatoria.

Sulla base di dati elaborati da Confagricoltura quest’anno si è registrato un calo delle produzioni assicurate e che si aggiunge alla analoga riduzione del 2015. Occorre allora puntare ad una revisione di sistema, verso la liberalizzazione, eliminando i pacchetti di garanzie predefinite, con la conseguente possibilità per l’agricoltore di assicurare solo i rischi che ritiene confacenti alla propria realtà aziendale. Occorre altresì eliminare i termini di fine campagna differenziati per gruppi di colture in favore dell’unico termine finale del 15 luglio, come di fatto è avvenuto nel 2016 in forza delle proroghe accordate dallo stesso Ministero.

Titoli Pac, la storia infinita

Nei giorni scorsi il Registro Titoli ha effettuato un ulteriore ricalcolo dei titoli pac al fine di recepire l’aggiornamento dei dati fornito dai competenti ofotoavvisirganismi pagatori. In questo modo questi ultimi potranno completare i pagamenti della pac 2015. La dimostrazione pratica di come la riforma pac varata nel 2013 sia divenuta un sistema ingestibile, fondato su dati mobili, tra titoli variabili e superfici sempre in via di modifica con i refresh. Senza contare che per la campagna 2017 i titoli pac dovranno subire un ulteriore e nuovo ricalcolo al ribasso, e ciò in conseguenza delle decisioni assunte dal Mipaaf che hanno aumentato dall’11 al 12 % del massimale nazionale il plafond finanziario per gli aiuti accoppiati. E di conseguenza quello per i titoli di base passerà dal 58 al 57 per cento.

 

 

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