Avvisi ai naviganti: bandi agroambientali ancora aperti, ma con penalità

Avvisi ai naviganti: bandi agroambientali ancora aperti, ma con penalità

di Paolo Guttardi

Misure agroambientali in Piemonte: ancora aperti, con penalità, i bandi 2015 sino al 10 luglio

Per favorire la continuità di interventi di particolare rilievo sotto il profilo ambientale, in attesa dell’approvazione del nuovo PSR 2014-2020, l’Assessorato Agricoltura ha aperto un bando che consente di assumere nell’anno 2015 nuovi impegni agroambientali relativamente alle azioni 214.1 (produzione integrata) e 214.2 (produzione biologica). Il bando, rivolto sia ai vecchi che a nuovi beneficiari, è stato aperto nell’ambito del PSR 2007-2013 avvalendosi di economie e spostamenti finanziari ed è dunque condizionato all’approvazione da parte della Commissione europea di tali modifiche.
Pur essendo scaduto il 15 giugno scorso, il bando è ancora aperto, con penalità pari all’1% del premio spettante per ogni giorno lavorativo di ritardo, sino al 10 luglio.
Gli agricoltori che sceglieranno di aderire all’azione 214.1 dovranno aver attuato dall’inizio della campagna le norme tecniche applicabili ai beneficiari della programmazione 2007-2013 relative agli impegni vigenti, secondo quanto specificato nei disciplinari di produzione integrata
(DD n 134 del 17/3/2015), fermi restando i limiti di fertilizzazione relativi alle tabelle allegate alla mis. 214 (parte VI del PSR 2007-2013). Per gli eventuali nuovi impegni, nell’anno 2015 saranno escluse dall’aiuto le colture a semina autunnale. Il criterio di avvicendamento da osservare nella transizione fra l’eventuale impegno precedente e il nuovo impegno è quello individuato nella circolare n. 168 07 del 9/10/2014 e consiste nel divieto di coltivare su una determinata superficie una stessa coltura annuale, così come definita nei disciplinari, per più di due anni consecutivi (eccezione del riso a parte).

Nuovo regolamento sul biologico, tra luci ed ombre

In occasione dell’ultimo Consiglio agricoltura sotto Presidenza lettone, svoltosi a Lussemburgo lo scorso 16 giugno, i Ministri dell’agricoltura dei 28 Stati membri dell’UE sono riusciti a trovare un accordo sulla posizione negoziale del Consiglio sulla riforma della legislazione sull’agricoltura biologica, in attesa del via libera anche da parte del Parlamento europeo. Gli eurodeputati, dal canto loro, dovrebbero votare in commissione agricoltura a metà settembre, visto che si continua a rallentare e l’ulteriore rinvio della data ultima per la presentazione degli emendamenti alla relazione Hausling (22 giugno) comporterà lo slittamento del voto finale a dopo l’estate.
Per quanto riguarda il contenuto dell’accordo raggiunto in Consiglio, non siamo certo al massimo dell’ambizione. Se è da registrare positivamente il fatto che esista un compromesso (ricordiamo come Austria, Olanda e Germania fossero pronte a rigettare il testo nella sua totalità), molte delle proposte avanzate vanno nel non auspicato senso del mantenimento di deroghe ed eccezioni. In altre parole, la proposta di armonizzare ed irrigidire il sistema, verso un vero biologico europeo, è lungi dall’essere raggiunta.
Il compromesso finale è stato votato a maggioranza, consentendo cosi di superare gli scogli rappresentati dalle regole sui residui e dalla frequenza dei controlli. Una minoranza di paesi ha comunque votato contro il compromesso (Bulgaria, Repubblica Ceca, Svezia, Danimarca e Belgio), mentre Croazia e Cipro si sono astenuti.
L’accordo prevede che i Paesi che già impongono soglie nazionali (con conseguente “declassificazione” dei prodotti contaminati) possano continuare ad applicare tali norme fino alla fine del 2020. Tuttavia questa possibilità di negare la certificazione non dovrà impedire l’immissione in commercio di altri prodotti provenienti da altri Stati membri. La spinta di alcuni Paesi per norme rigide che garantiscano il consumatore ha trovato un ostacolo insormontabile in quegli Stati membri che invece hanno respinto vigorosamente ogni possibilità di introdurre soglie di contaminazione (Danimarca, Austria, Irlanda, Olanda e Germania). Per quanto riguarda invece la frequenza dei controlli, la posizione finale del Consiglio prevede un approccio basato sul rischio, con possibilità, per le aziende con controlli negativi negli ultimi tre anni almeno, di avere controlli ogni 30 mesi piuttosto che annuali.

Assicurazione, i conti senza l’oste

Agea con nota del 15 giugno 2015 n. 294 ha comunicato che, a causa della assenza di risorse nazionali, sarà possibile erogare da parte degli organismi pagatori, solo il 27,71 % della spesa ammessa, anziché il 65 % previsto dalla norma comunitaria. La somma disponibile, tra fondi comunitari ex art. 68 Reg (CE) 73/2009 e cofinanziamento nazionale ammonta infatti a solo 93,333 milioni di euro, contro un fabbisogno di 218 milioni di euro. Successivamente, informa Agea, qualora venissero reperite dal Mipaaf adeguate disponibilità di bilancio nazionale, sarà possibile erogare la restante parte del contributo.

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