Agromagazine incontra i futuri giornalisti al Master di Torino

di Gianfranco Quaglia
Che cosa vuoi fare da grande? Le risposta dei venti allievi che frequentano il Mastrr in giornalismo della Facoltà di Lettere e Filosofia all’Università di Torino, intitolato a Giorgio Bocca, è scontata. Sotto la guida di Renato Rizzo, che è stato inviato e quirinalista de La Stampa, stanno concludendo il biennio post-unviersitario, periodo sostitutivo del praticantato che darà loro la possibilità di sostenere gli esami di idoneità per diventare giornalisti professionisti. E poi? Sperano e si augurano di entrare nel vasto mondo dell’informazione (cartaceo, web, emittenti radiofoniche o televisive, uffici stampa, freelence) ma che paradossalmente offre accessi sempre più stretti. Arrivati dopo una selezione da tutta Italia, questi futuri giornalisti esplorano ogni possibilità, settori interessati a utilizzare le professionalità acquisite e l’entusiasmo.
Agromagazine li ha incontrati nella sede del Master, per uno scambio di opinioni e un confronto: la narrazione dell’agroalimentare è una dele modalità di tendenza, con storie di un ritorno alla terra e di start-up avviate dai giovani. C’è spazio per un’informazione specializzata, ma anche generalista, in grado di raccontare un settore che in questi ultimi anni ha resistitito con grande dignità alla crisi, anzi l’ha superata scrivendo numeri e percentuali con il segno più: nell’occupazione, nell’apertura di nuove imprese, nell’export che fattura 35 miliardi di euro contro i 70 dell’Italia sounding, il falso made in Italy. Insomma, raccontare l’agroalimentare può essere una scelta per questi ragazzi e ragazze che sognano di diventare giornalisti. E non solo food in tavola o in cucina, chef stellati e spadellatori televisivi. Molte le domande degli allievi, a testimonianza che agricoltura, sostenibilità, green economy, non sono temi marginali per i giornalisti che verranno. Anzi, c’è molta curiosità e voglia di approfondire oltre touch screen: le parole inchiesta e frode alimentare sono riecheggiate più volte nell’aula del Master. Come dire: non ci accontentiamo delle superficie, vogliamo fare questo mestiere per scavare in profondità. E’ un buon inizio.

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