Addio a Renzo Franzo, “bersagliere della risaia” decano dei parlamentari (photogallery)

Addio a Renzo Franzo, “bersagliere della risaia” decano dei parlamentari (photogallery)

di Gianfranco Quaglia

Per festeggiare i cento anni nel 2014 era in Piazza Castello a Torino, con i Coltivatori Diretti, protestando contro le importazioni di riso asiatico che soffocano il nostro. Incitò Sergio Chiamparino a intervenire, a premere sui politici, perché i risicoltori italiani continuassero ad avere la loro dignità. E a 103, compiuti il 16 dicembre 2017, scrisse ancora una leterainvitando i risicoltori a non mollare, a battersi poer la causa del Made in Italy.

Se ne è andato per sempre l’on. Renzo Franzo, decano dei parlamentari italiani, cinque legislature, fondatore della Dc con Andreotti, Bonomi, Scalfaro, di cui era amico. Si è spento a Pietra Ligure, dove era con la moglie Pinuccia, la figlia Daniela con il marito Federico, il nipote Andrea. Con lui scompare anche il patriarca paladino della risicoltura. Le sue battaglie rimangono epiche, inarrestabili, non soltanto nell’aula di Montecitorio, ma in piazza a Vercelli, dove ha ricoperto incarichi prestigiosi (pluripresidente di Coldiretti); a Milano alla guida dell’Ente Nazionale Risi per dieci anni, promuovendo campagne a favore dei consumi: inventò il pullman attrezzato con cucina che girava per paesi e città d’Italia. Ancora: presidente dell’Uma (Unione macchine agricole). Un antesignano del marketing, seppe stringere un rapporto forte e diretto con la gente dei campi, che ha continuato a mantenere sempre vivo, anche a distanza. La figlia lo aveva convinto a trasferirsi dalla risaia a Torino con la moglie, per averlo vicino dopo il secolo di vita, ma non aveva potuto impedirgli di seguire le vicende della risaia. Di tanto in tanto lettere di suo pugno arrivavano all’attuale presidente dell’Ente Risi, Paolo Carrà, per stimolarlo, confortarlo, complimentarsi con lui e incitarlo a dare battaglia: “Bene l’azione di convocare gli stati generali della risicoltura europea a Milano e Bruxelles, l’Italia da sola non potrebbe mai vincere”.

Il bersagliere della risaia

Le sue origini si collocano fra le risaie, a Palestro (Pavia). Laureato in Lingua e Letteratura Straniere, specializzazione in Inglese alla Cattolica di Padre Gemelli, stage di un anno (come si direbbe oggi) a Oxford. Siamo negli anni Trenta, Renzo Franzo parla un inglese fluente e questo particolare gli salverà la vita durante la guerra: non lo mandarono in Russia perché la conoscenza della lingua era utile in Italia. Sarà arruolato fra i bersaglieri, terminerà con il grado di capitano e da allora è sempre stato fortemente legato all’associazione dei fanti piumati. Esibiva con orgoglio la tessera dell’Associazione dei fanti piumati, che rinovava ogni anno. Amava definirsi “Un bersagliere della risaia”.

Subito dopo il conflitto cominciò a dedicarsi ai problemi della risicoltura italiana, con una passione e una competenza rimaste uniche. A Vercelli, sua città d’adozione, Franzo è stato una bandiera, l’alfiere del riso. Quando, nel 2016, Mattarella arrivò per celebrare i 150 anni di costruzione del Canale Cavour, era in prima fila nel Teatro Civico e subito ricevette l’abbraccio del Presidente. Un momento emozionante, che ha aggiunto agli innumerevoli ricordi e alle attestazioni.

L’ultima lettera: “Così salvai Il Risicoltore”franzo1

Lo scorso anno, poco giorni prima di arrivare al giro di boa dei 103, ci inviò una lettera scritta di suo pugno, recante il logo di Montecitorio, con alcune sue considerazioni: <<Ho ricevuto in questi giorni il giornale dell’Ente Nazionale Risi, “Il Risicoltore”, e come sempre lo leggo e lo rileggo. Ho letto i due articoli “Il riso nasce nell’acqua e muore in Europa” (Ai miei tempi di diceva che poi moriva nel vino” e l’altro articolo (questo innovativo) che invitava a istituire un corso per aiutare i giornalisti a capire che cos’è la risaia”. Due buoni articoli scritti bene…Poi tutte le numerose notizie inerenti l’attuale complicata situazione della risicoltura italiana. Ormai siamo sulla buona strada. Un giornale come “Il Risicoltore” è utilissimo, ma quando io ero presidente dell’Ente Nazionale Risi (1879-1989) i rappresentanti del Ministero volevano che il giornale fosse soppresso: io prima ho detto di no, ma poi portai la proposta in Consiglio, tutti tutti dissero di no e così il Risicoltore continuò a vivere e a sopravvivere…io sono sempre a Torino al vecchio indirizzo, leggo molto per essere al corrente delle cose…>>. (n.d.r. 1879 da leggersi 1979)

I funerali martedì 6 marzo alle 11,30, in Duomo a Vercelli.

Nelle foto: Renzo Franzo a Vercelli con la figlia e il genero il giorno della visita di Mattarella; Franzo con la moglie e la riproduzione della sua lettera.

 

 

You must be logged in to post a comment Login