Acqua: ne consuma più la bistecca o lo smartphone?

Acqua: ne consuma più la bistecca o lo smartphone?

risaiaenterisiLa chiamano <Water footprint>. E’ l’impronta idrica, un indicatore che consente di calcolare il consumo sia diretto sia indiretto di acqua utilizzata per irrigare, per usi domestici e quella contenuta negli alimenti. Secondo un’indagine del WWF l’Italia è ai primi posti per consumo in Europa, anzi ha un’impronta idrica superiore del 25% rispetto al resto dell’Unione Europea: 6 mila litri d’acqua al giorno nei prodotti che finiscono in tavola. Su questo tema è intervenuto Massimo Gargano, presidente Anbi (Associazione Nazionale Bonifiche e Irrigazioni) con una provocazione: <A chi evidenzia l’impronta idrica della carne – ha detto – che rientra comunque nel ciclo biologico della vita, rispondiamo: quanta acqua si consuma per produrre uno smartphone o un’auto?>. Durante la Conferenza Nazionale sulle Acque, che si terrà in luglio a Roma, Gargano contrasterà facili affermazioni sul presunto spreco dell’acqua nel settore primario: <Vogliamo riportare l’attenzione sulla fondamentale funzione ambientale, complementare alle pratiche agronomiche anche idroesigenti. Senza contare che l’84% del made in Italy agroalimentare dipende dalla disponibilità d’acqua>.

 

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