A Giacomo, per non dimenticare

A Giacomo, per non dimenticare

Giacomo Diena ogni mattina pecorreva il porticato interno di Palazzo Bellini, sede della Banca Popolare di Novara. Era entrato a far parte della gloriosa banca popolare come commesso, e si era diplomato ragioniere diventando un apprezzato contabile. Viveva con la madre e la zia in Piazza S. Agata (ora Piazza Santa Caterina), a poche centinaia di metri di distanza. Un mattino del settembre 1943 non varcò il portone d’ingresso del suo posto di lavoro, non lo videro arrivare e non arrivò più. La sua famiglia era di origine ebrea e con l’occupazione nazista di Novara era stato arrestato, rinchiuso nelle Carceri Nuove di Torino e dalì deportato ad Auschwitz. Con lui anche lo zio Amadio Jona. Entrambi non sopravvissero alla Shoah e su quell’impiegato modello, dopo tanti anni, era sceso l’oblio.

Ma dipendenti ed ex dipendenti della Banca, a distanza di tempo, hanno sentito la necessità e il dovere di ricordare quel loro sfortunato collega. Con una cerimonia solenne, nel quadriportico a sinistra di Palazzo Bellini, è stata collocata e scoperta una targa con una dedica e la sua immagine. Cerimonia semplice e toccante, con Paolo Cirri nelle vesti di coordinatore, il direttore della Direzione Territoriale della BPN, Massimo Marenghi, il Cral di Gruppo con Gianluigi Zacchi, l’Associazione Noi della BPN con il presidente Gianni Caporusso, il presidente e il direttore dell’Istituto storico della Resistenza (Paolo Cattaneo e Giovanni Cerutti), il prefetto Rita Piermatti, il questore Rosanna Lavezzaro, il comandante dei carabinieri Domenico Mascoli, Rossella Bottini Treves presidente Comunità Ebraica Vercelli, Anna Cardano, il vicesindaco Franco Caressa, il coro della scuola Bellini di Sant’Agabio.

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