Pegno rotativo e vendemmia verde contro gli esuberi di vino in Piemonte

Pegno rotativo e vendemmia verde contro gli esuberi di vino in Piemonte

Arriva il “pegno rotativo” per salvare l’esubero di vino in Piemonte. Il Ministero dell’Agricoltura, Sovranità Alimentare e Foreste ha dato via libera, rispondendo a una richiesta di parere dell’Assessorato all’Agricoltura della Regione Piemonte, alla possibilità di ammettere al “pegno rotativo” anche i mosti parzialmente fermentati: categoria alla quale appartengono il Moscato d’Asti e il Brachetto, due fra i vini piemontesi che hanno denunciato sofferenze di esubero.

 

Paolo Bongioanni, assessore al Commercio, Agricoltura e Cibo, Turismo, Sport, Post-olimpico, Caccia e Pesca, Parchi della Regione Piemonte: «Uno strumento al quale finora erano ammessi solo i vini e da oggi anche i mosti parzialmente fermentati. Il Pegno rotativo è un prestito erogato dalle banche fornendo come garanzia il proprio vino in magazzino: in questo modo le giacenze si trasformano in liquidità immediata con cui poter pagare i propri viticultori associati e fornitori».

Per accedere al pegno rotativo occorre presentare una domanda sul Sian, il Sistema Informativo Agricolo Nazionale gestito da Agea che istruisce le pratiche e dà il proprio avallo. «Voglio ringraziare – prosegue Bongioanni – la direttrice generale del Masaf Eleonora Iacovoni, e il direttore di Agea Coordinamento Salvatore Carfì che ha già modificato in tempo reale la piattaforma del Sian per poter accogliere le domande e rendere la misura operativa da subito».

In attesa del Pacchetto Vino della Commissione Europa, annunciato per fine 2025, l’Assessorato ha allo studio altre misure per affrontare in modo strutturale il problema degli esuberi, là dove verificati, da definire attraverso ulteriori confronti con i consorzi e le associazioni di categoria. Fra le soluzioni per intervenire nell’immediato sulle giacenze: il taglio dell’annata 2024 nella misura del 15% con vini dell’annata precedente; la riduzione del rapporto di resa uva / vino applicabile già dalla vendemmia 2025; lo stoccaggio volontario, ossia il blocco dall’immissione sul mercato di una quota di prodotto per ridurre il volume dell’offerta e contenere la depressione dei prezzi. Nel medio periodo – già dal 2026 – un intervento utile potrà essere la “vendemmia verde”, ossia il taglio primaverile dei grappoli ancora immaturi per diminuire la produzione; e su tempi più lunghi soluzioni come la riduzione delle autorizzazioni ai nuovi impianti viticoli o gli espianti incentivati.

Bongioanni: «Ringrazio il professor Michele Fino dell’Università di Pollenzo per aver illustrato a consorzi e associazioni le opportunità offerte dalla “vendemmia verde”. E convengo con il presidente del Consorzio Alta Langa Giovanni Minetti sul fatto che, come abbiamo già iniziato a fare dall’inizio di questa legislatura, la via prioritaria è sempre la promozione. Questo fine settimana siamo a Sibari per Vinitaly Calabria a presentare il nostro vino con tutte le sue 60 Doc e Docg. È inaccettabile pensare a soluzioni che comportino la distruzione di un prodotto d’eccellenza come il vino piemontese che ha conquistato la propria reputazione grazie a decennii di lavoro e investimenti, e che ha tutta la forza e la capacità di raggiungere nuovi mercati anche liberi dall’eventuale morsa dei dazi Usa. Su questo ci stiamo impegnando direttamente con missioni promozionali in Cina, Giappone e nei Paesi scandinavi dove siamo primi sul mercato. E valuteremo come poter impiegare sulla promozione del nostro vino ulteriori risorse e nuove misure dei fondi europei del Csr”.

Poi, una nota di risposta nei confronti delle critiche: “Ho appreso dagli organi d’informazione che i consiglieri d’opposizione Mauro Calderoni, Fabio Isnardi e Domenico Ravetti sostengono una mancanza di azione da parte dell’Assessorato. E allora rivolgo loro con piacere l’invito a venire a trovarmi in Assessorato e passare una giornata con me, così potranno verificare la nostra celerità e operatività».troppo vino piemonte

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