Vas e Via, su due paroline si gioca il rapporto ambiente-territorio

Vas e Via, su due paroline si gioca il rapporto ambiente-territorio

di Enricovas Villa

Alla fine di dicembre Gian Luca Galletti, il ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, ha scritto a tutti i presidenti delle Regioni e delle Amministrazioni Provinciali autonome: la norma comunitaria 2001/42/CE e il conseguente Decreto Legislativo 3 aprine 2006, n.152 in Italia, devono essere presi sul serio. E istituti regionali e delle province autonome devono vigilare sui propri territori, attuando la VAS (valutazione ambientale strategica) e la VIA (Valutazione ambientale) perché piani regolatori, che anche comprendono superfici per le coltivazioni, siano attuati con meticolosità.

Non rispettarli significherebbe ancora abbandonare la crescita del territorio in modo disordinato e dannoso. Ma c’è di più: la mancata osservanza dei VAS e dei VIA anche altera il normale percorso dei fiumi, il Po in particolare, favorendo la contaminazione delle acque di suolo e sottosuolo, nonché l’abuso sul territorio di nitrati, la apertura di grandi discariche, la diffusione di rumori insopportabili, la corruzione con l’aumento delle particelle dell’aria (m 10) che respiriamo.

Ancora oggi – insistono il ministro Gian Luca Galletti e il direttore generale del Ministero, Renato Grimaldi, – però, la procedura di VAS è spesso vissuta come mero adempimento normativo e non come uno strumento prioritario che qualifica il processo decisionale, secondo modalità trasparenti e realmente partecipate”. Che sia proprio così, è stato appurato da una relazione dedicata ai VAS e a VIA da Grimaldi, alla fine del 2015, relativa al 2014 dove, numeri e tabelle descrittive alla mano, rispetto al 2011 (anno della prima relazione) la situazione è mutata in meglio, ma non è ancora sufficiente. Infatti primo della classe è soltanto il Piemonte dove anche risponde per tempo alle richieste del Magistrato del Po sul maggiore fiume italiano andato in crisi di portata durante lo scorso inverno fortemente siccitoso. Le altre regioni e amministrazioni rispondono poco, o per niente, al Ministero dell’Ambiente. Le violazioni sono più che evidenti in Lombardia, con 229 unità. Secondo la Relazione Grimaldi, nel 2014 non hanno dato indicazioni su VAS nonché sui VIA in 556 mancate risposte. Di conseguenza, gli assetti territoriali del nostro paese hanno seguito regole contradditorie, in particolare piani regolatori e altre valutazioni ambientali strategiche, sovente con danni consistenti per le coltivazioni agricole di qualità. In proposito, le terre dei fuochi campane, con risultati disastrosi per orticoltura, o le mozzarelle territoriali di bufala, sono in proposito indicative, così come lo sono territori dove, sempre senza valutazioni ambientali strategiche sono in corso aperture di discariche, attentati al paesaggio e ai suoi monumenti. Nella conclusione della sua lettera ai presidenti delle regioni e delle province autonome, il ministro dell’Ambiente, così allude a casi di violazione della VAS:”La nostra Italia è ricchissima di tesori ambientali di pregio assoluto, che contribuiscono in modo essenziale alle economia della valorizzazione territoriale su cui sono riposte enormi chance di futuro e di benessere” Il comparto agricolo italiano offre tesori ambientali che devono essere difesi e valorizzati quale valore aggiunto territoriale, sommato ai prodotti di qualità, ad esempio nella pianura padana.

La Relazione Grimaldi richiama un altro dato significativo relativo al 2014, reso noto nell’anno 2015: in Italia, il contenzioso Ministero delll’Ambiente-VAS è di circa mille, che si aggiunge alle cause davanti alla Corte di Cassazione o alla Corte di giustizia europee. E Gian Luca Galletti, sperando con i VAS e con i VIA rapporti istituzionali diversi, si augura: “per questo un rafforzamento della collaborazione fra le diverse Amministrazioni del Paese, anche attraverso la messa a disposizione di quegli strumenti conoscitivi che rafforzano la partecipazione ai processi decisionali”. I precedenti giuridico-amministrativi, che si riferiscono agli ultimi anni e che dovrebbero tutelare i territori UE, anche quelli rurali, esistono già: la richiamata Direttiva 2001/42/CE, il Decreto Legislativo del 206 n. 152, più leggi francesi a tutela della Natura che stanno influenzando la Commissione UE di Bruxelles nonché il Parlamento di Strasburgo. Nel 1969 gli Stati Uniti sono stati i primi a sostenere la necessità dei VAS per la tutela dei loro territori. Quindi la cultura dei VAS e dei VIA è trasmigrata in Europa, in particolare in alcuni stati del Nord. Adesso per i nostri territori e per i suoi patrimoni artistico- paesaggistico, nel periodo 2014/2020 già fissato, è indispensabile passare massicciamente alla pratica.

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