Una sera a Montecitorio rapiti dal 77 magico e goloso

di Gianfranco Quaglia

C’erano Formigoni da Milano (ancora non sapeva della condanna a sei anni per corruzione), l’ex ministro Damiano da Cuneo, il sottosegretario Luigi Bobba da Vercelli, da Novara l’on. Giovanni Falcone, membro della Commissione Agricoltura. Poi si è aggiunto Roberto Moncalvo da Torino, presidente nazionale di Coldiretti. Gente del Nord che a Roma deve chinare il capo davanti a una matriciana o una pasta cacio e pepe. Ma per una sera, nelle sale al piano terreno di Montecitorio, il riso l’ha fatta da padrone conquistando i palati degli onorevoli riuniti per il tradizionale buffet augurale prenatalizio. Sua Maestà il riso è entrato dalla porta principale, proveniente da Novara, anzi dalla Bassa novarese, mettendo d’accordo tutti, dem e forzisti, grillini e leghisti. E mentre Mattarella riceveva i dignitari della politica (da Berlusconi a Gentiloni, da Boldrini a Grasso e ai ministri) per il brindisi augurale al Quirinale, alla Camera andava in onda il governo della grande coalizione firmato Razza 77. Tutti, ma proprio tutti senza distinzione, a fare l’inchino a questo prodotto speciale per niente rottamato, anzi resuscitato per merito di uno sparuto gruppo di amatori e contivatori che hanno creduto nella forza del passato, antecedente la Prima Repubblica. Le origini del Razza 77 si perdono nel tempo, con ricostruzioni che oscillano tra il ’36 e il ’41. Per certo è che il chicco appartiene alla famgilia dei superfini, tipo Carnaroli per intenderci. A Tornaco, il piccolo ed elegante paese della Bassa novarese, l’assessore Domenico Bernascone ha conservato gli ultimi semi affidandoli a due coltivatori, Naj Oleari del luogo e Fabrizio Rizzotti di Vespolate. Così il riso che si pensava rottamato è assurto ai fasti, anzi alla festa dei parlamentari. L’on. Falcone lo ha proposto come piatto principale un po’ in competizione con le suggestioni gastronomiche di colleghi di banco e di altri partiti, arrivate da diverse regioni: peperoncini calabresi, mozzarelle, prosciutti. Il Razza 77, cucinato dallo chef Gianpiero Cravero di Novara, spalmato con crema di gorgonzola, ha offerto emozioni magiche e spalancato le bocche dei politici.

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