Popillia, le trappole sessuali hanno già catturato 6 milioni di esemplari (fotogallery)

Popillia, le trappole sessuali hanno già catturato 6 milioni di esemplari (fotogallery)

popilia_japonica-395x237 Oltre sei milioni di esemplari. E’ la cifra riguardante la cattura di esemplari di Popillia Japonica. Adesso è lotta a tutto campo al coleottero venuto dal Giappone che sta distruggendo coltivazioni, fogliame di alberi, produzioni florovivaistiche tra Piemonte e Lombardia, con epicentro la Valle del Ticino. Confagricoltura e Cia, con i presidenti provinciali di Novara e Vco, Paola Battioli e Manrico Brustia, parlano apertamente di emergenza e lanciano un appello alle istituzioni, Regione, Provincia, Parco del Ticino: <Abbiamo bisogno di finanziamenti per contrastare gli attacchi attraverso l’installazione di trappole sessuali attrattive. Ma soprattutto invocano un piano organico, un progetto strutturato. Colpito, in particolare, il settore florovivaistico. Marzio Liuni, responsabile regionale di Confagricoltura: <Chiediamo un maggior coinvolgimento da parte della Regione nelle decisioni e nelle strategie d’intervento. Ci chiamo anche quali misure si stanno adottando attorno agli aeroporti, quello di Malpensa e quello di Cameri, considerando che la Popillia è arrivata proprio attraverso i voli aerei>. Ancora Paola Battioli: <Le aziende agricole rischiano di essere messe in ginocchio da questo coleottero>. Brustia: <E c’è il rischio che l’allarmismo abbia effetti devastanti sul mercato florovivaistico, allontanando possibili compratori stranieri>.

Gian Carlo Ramella, direttore Coldiretti: <Gli agricoltori si pongono domande in ordine alle quali, giustamente, esigono le dovute risposte: da dove è arrivata? Come? A un anno dai primi monitoraggi e dall’accertata presenza, è stato fatto ad oggi tutto il possibile per fronteggiare il grave problema? Non vorremmo che la troppa “protezione” della zona facesse dimenticare che, prima di tutto, è l’imprenditore agricolo che vi lavora e dimora a dover essere innanzitutto protetto dai danni procurati da terzi”. Coldiretti si è subito attivata sul tema: la prima riunione con la struttura pubblica di riferimento è stata richiesta a livello regionale e fatta il 5 giugno scorso. Parimenti, la prima riunione ufficiale con le strutture pubbliche di riferimento Servizio Fitosanitario Regionale, Ente Gestione Aree protette del Ticinoe e Lago Maggiore e Provincia di Novara è stata richiesta da Coldiretti Novara. E a margine dell’incontro tenutosi il 3 luglio in Provincia di Novara si è registrato l’ulteriore, diretto interessamento dell’assessore regionale all’Agricoltura Giorgio Ferrero.Non da ultimo, in occasione del secondo incontro sul tema, convocato dalla Provincia di Novara il 14 luglio scorso, appena pochi giorni fa, Coldiretti ha chiesto chiaramente di poter aver riscontro su situazione, riscontri e impegni, rinnovando poi la richiesta di un ulteriore incontro al Prefetto per affrontare l’argomento a tutto tondo”.

La diffusione della Popillia Iaponica riscontrata nel 2014 interessava la parte orientale dei comuni di Pombia, Marano Ticino, Oleggio, Bellinzago, Cameri e Galliate. Le catture più rilevanti sono state registrate nei comuni di Oleggio e Bellinzago. Campionamenti a fine inverno 2015 in un prato nel comune di Oleggio, con ai bordi piante arbustive con presenza consistente di adulti nell’estate del 2014, hanno evidenziato una presenza anche di 8-10 larve in buche di 20 x 30 cm di lato.

Giorgio Ferrero, assessore all’agricoltura della Regione Piemonte, ha avuto incontro a Novara con le organizzazioni agricole e ha assicurato il massimo impegno del setore fitosanitario ragionle, sceso in campo con una task force per controllare questo <alieno> arrivato dall’Oriente. Le trappole sessuali rappresentano l’antagonista più efficace per gestire la popolazione: gli attrattivi a base di feromoni sono in grado di catturare gli insetti e gestire in qualche misura la loro diffusione.

Durante l’incontro il presidente della Provincia Matteo Besozzi e il consigliere delegato all’agricoltura Massimo Bosio hanno chiesto “interventi immediati per contrastare l’avanzata del coleottero e un protocollo per monitorare costantemente gli aeroporti e le altre zone a rischio per individuare immediatamente specie alloctone, come la popillia, e poter agire immediatamente, evitando poi di dover gestire la situazione in regime di emergenza”. All’assessore Ferrero è stato chiesto inoltre di individuare maggiori risorse (e di garantire un maggior numero di trappole e un eventuale rastrellamento manuale dei coleotteri) e di mettere a punto regole che limitino il movimento di terra e di fieno dal Parco del Ticino per evitare la dispersione delle larve. Intanto in tutti i Comuni colpiti dal coleottero è stato distribuito un volantino informativo: le segnalazioni di avvistamenti, possibilmente corredati con fotografie degli insetti e delle piante colpite, devono essere inoltrati al Servizio fitosanitario regionale alla mail piemonte.fitosanitario@regione.piemonte.it. Nella riunione è emersa anche l’esigenza di un’informazione puntuale, ma non allarmistica: riguardo il florovivaismo, ad esempio, è stato ribadito che “in nessuna azienda florovivaistica novarese sono stati rinvenuti coleotteri o larve, nonostante le prescrizioni stringenti che impongono controlli per evitare una eventuale diffusione del coleottero tramite l’esportazione di piante all’estero”. Dall’assessore Ferrero sono, in conclusione, arrivate alcune risposte: “Necessario costituire un gruppo di lavoro che si occupi del monitoraggio, con il contributo di tutti i soggetti interessati. Il nostro obiettivo è lavorare per debellare la popillia – ha aggiunto – porterò la questione al Comitato ministeriale delle politiche agricole, valutando la possibilità di individuare forme di indennizzo per le aziende più colpite”.

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