Sprofondo miele Il settore è in crisi

di Gianfranco Quaglia

Sprofondo miele. Anzi, profonda crisi del settore. L’ape non è soltanto sentinella dell’ambiente e del cambiamento climatico. E’ anche il termometro dell’economia. La conferma ci arriva dal bilancio 2023 che Aspromiele Piemonte ha presentato recentemente a Oleggio (NO). Un rendiconto significativo poiché il territorio subalpino è la regione italiana con il maggior numero di aziende apistiche. Ebbene, l’anno appena concluso si è rivelato disastroso sotto tutti gli aspetti: dal punto di visa climatico, con il grande caldo che ha disorientato api e impollinazione, ma soprattutto a causa del crollo dei consumi dovuto a minore disponibilità delle famiglie. In altre parole: i magazzini delle quasi 20 mila aziende italiane hanno i magazzini pieni di confezioni invendute, malgrado la flessione dei prezzi. Per contro una valanga di prodotto straniero ha invaso l’Italia, in arrivo dall’Est Europa e dalla Cina, con ribassi sino a 1,80 euro il chilogrammo, soglia insostenibile per gli apicoltori italiani che devono fronteggiare costi di produzione aumentati. Il miele extraeuropeo confonde il mercato, ne rappresenta oltre il 50 per cento benché non sia sempre affidabile perché “addolcito” con zucchero di canna o mais. Dall’analisi di Aspromiele emergono poi altri fattori: il 70% dei consumatori italiani è over 50, a dimostrazione che – malgrado la promozione – il prodotto non viene recepito dai giovani come salutistico, oppure non è ritenuto indispensabile nel carrello della spesa, proprio a causa della flessione dei consumi che taglia il potere d’acquisto. Tendenza sempre più marcata, in quanto da un sondaggio si rileva che l’intenzione di comprimere gli acquisti nel 2024 dovrebbe crescere del 36%.
Le conseguenze per il settore apistico sono già state avvertite: si sta riducendo il numero delle aziende. Nel frattempo è stato lanciato un appello al Ministero dell’Agricoltura e della sovranità alimentare: una strategia nazionale a sostegno del comparto e un marchio del miele made in Italy. Non basta promuovere l’ape come immagine della sostenibilità, la percezione è che quel simbolo non sia associato all’alveare.

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