Sottratte all’agricoltura 24 milioni di tonnellate di suolo

Sottratte all’agricoltura 24 milioni di tonnellate di suolo

di Enrico Villa

suoloSulla Terra, i suoli che garantiscono produzioni alimentari non hanno alternative. Negli ultimi decenni sul Globo con le loro ricerche accurate, lo ho hanno provato circa 60.000 scienziati. E nel 2002, 14 anni fa, l’avvenimento è stato perentoriamente indicato dalla Fao che guarda con preoccupazione al 2050, dalle istituzioni internazionali come l’Unione Europea, dai singoli governi nazionali che vorrebbero porre un freno all’urbanistica smodata la quale consuma inesorabilmente il territorio. Senza lo stop al consumo dei suoli fra 35 anni, appunto nel 2050, per il nutrimento l’umanità correrà rischi in più. E’ sempre la Fao che prospetta il quesito: il terreno disponibile e sottratto alle coltivazioni sarà sufficiente per 9 miliardi di persone? Le analisi geologiche sono pervenute a queste conclusioni traumatizzanti che si aggiungono all’apparente disordine meteorologico anche attribuito alla mancata cattura del carbonio e al suo spreco. In questo processo, che ha del perverso, negli ultimi anni sono stati distrutti 24 milioni di tonnellate di suolo che sono andate a vantaggio delle grandi città, in espansione in tutto il mondo. E il minor suolo, di cui si ha scarsa percezione, non offrirà più cereali come il grano e il riso, o altre essenze vegetali, mettendo a dura prova anche il mantenimento degli equilibri biologici. Si, perché senza suoli in cui si sviluppa la vita sulla Terra, sarà più difficile scongiurare l’estinzione di specie in forte pericolo.

Con il trascorre dei decenni, si è accentuata la consapevolezza di una realtà che sta mutando sotto i nostri occhi. Dopo il 2002, anno in cui gli scienziati elencarono i pericoli del deficit progressivo dei suoli, la scienza sui suoli si è affermata. E, di conseguenza, nelle Università e nelle scuole superiori ha acquisito una dignità prima sconosciuta. Sulle pressioni provenienti da tutto il mondo, finalmente l’Onu ha dichiarato l’anno internazionale dei suoli fissato per il 5 dicembre di ogni anno. A quanto pare, l’adeguamento a questa data è ancora lento nonostante le sollecitazioni delle Nazioni Unite eccentuando le iniziative della Svizzera che con piglio elvetico ha delineano programmi ben definiti per le Università, le scuole medie superiori, in genere l’opinione pubbIica. In un’area importate al centro dell’Europa, la Confederazione Elvetica per il suo territorio ha incominciato a riaffermate il diritto collettivo per il suolo, bene intangibile per tutti. Anche nel nostro Paese si rileva un parziale risveglio per il tema specifico che entro il 5 dicembre – fra cinque mesi – nelle Università e nelle scuole superiori dovrebbe portare a scelte didattiche motivate. Alcuni sintomi positivi esistono già. Ad Imola per l’8 agosto è in calendario l’assemblea annuale della Società Italiana della scienza dei suoli. Ma il tema dell’importanza dei suoli sta soprattutto diventando importante nei programmi strategici delle categorie professionali agricole del nostro Paese ed europee. Come evidenziano l’agenzia giornalistica piemontese Il triangolo (Confagricoltura, direttore Giovani Demichelis) e un forum nazionale milanese, un dirigente sempre presente sul problema della difesa dei suoli è Ezio Veggia vicepresidente di Confagricoltura. Veggia conduce una azienda di 350 ettari ad impostazione cerealicola a Cocconato, in provincia di Asti. Nella sua azienda questo agricoltore ha affrontato il problema della necessaria evoluzione energetica, accanto a quella tradizionale, creando una centrale alimentata con i residui agricoli. Tuttavia Ezio Veggia negli annali delle cronache agricole è citato per un altro suo discorso pronunciato in una struttura milanese della Banca Popolare di Novara quando era ancora in corso Expo. Un anno fa, concettualmente, fu da lui richiamato il principio che “il suolo è la base fondamentale della vita”. Senza suolo, supporto fondamentale dell’esistenza sulla Terra, non vi può essere sviluppo e, meno che meno, nutrimento con una esistenza assolutamente più complicata. Più recentemente, in occasione della prima giornata dedicata al suolo, Veggia ha individuato alcune coordinate che anche in Italia provano come i suoli siano essenziali. “Gli agricoltori – osserva il vicepresidente di Confagricoltura – gestiscono un terzo del suolo del nostro Paese. Un notevole patrimonio che tra il turismo rurale e l’indotto dell’enogastronomia arriva ad oltre 10 miliardi, ai quali vanno aggiunti oltre 50 miliardi del valore della produzione agricola, che avviene proprio su quelle superfici e che gli agricoltori hanno tutti l’interesse a tutelare“. “La Terra – osserva anche Veggia – è una risorsa sempre più scarsa e per questo va tutelata sul fronte ambientale, agricolo e idrogeologico“. Ne discende che l’agricoltura può essere strumento di regolazione del consumo del suolo, contribuendo ad una gestione del territorio che permetta un equilibrio e un dialogo tra città e campagna“. Senza l’osservanza di queste regole città sempre più caotiche urbanisticamente e penuria di cibo sempre più costoso.

 

You must be logged in to post a comment Login