Ribolle il latte per uno “spread” di pochi centesimi

di Gianfranco Quaglia

Il latte ribolle nel cuore di questa estate in chiaroscuro. La scintilla, scoccata già in primavera, ha dato fuoco alla contrapposizione agricoltori-industriali, ingaggiando una battaglia che si trascinava ormai da mesi. I primi sostengono che il prezzo alla stalla proposto dagli altri sia troppo basso, iniquo rispetto ai costi di produzione. Gli altri, i trasformatori del settore caseario, ribattono che non è più possibile mantenere intatta la soglia dello 0,44 euro al litro. Una diatriba che si gioca tutto sull’onda di pochi centesimi e trova uno dei suoi epicentri nel Piemonte orientale, dove si produce il gorgonzola Dop. Le ragioni degli allevatori sono espresse attraverso una presa di posizione Confederazione Agricoltori e Confagricoltura: le industrie, che ormai fanno riferimento per la formazione del prezzo al gruppo Lactalis, vogliono ridurlo unilateralmente a 0,42 euro/litro. <Non ci sono motivi che giustificano questa diminuzione, il gorgonzola sta avendo ottime performance sia in termini di volumi che di prezzi: La produzione dei primi sei mesi del 2014 è aumentata di oltre il 9%, i prezzi all’ingrosso segnano un +7% rispetto a un anno fa, quelli al consumo un +5,13% e sono aumentati dell’1,45 per cento tra gennaio e maggio>. Ancora: <Da marzo la produzione del latte ha subito un ridimensionamento con un calo progressivo anche all’estero. La media del prezzo alla stalla del primo semestre 2014 è stata buona ma non si possono ignorare i costi di produzione e la percentuale di aumento registrato. Noi dobbiamo fare i conti con gli onerosi costi italiani (energia, trasporti, materie prime, burocrazia, controlli). Ebbene, la soluzione non può che essere il frutto di una strategia comune che veda protagonisti produttori e trasformatori insieme>.
L’altro fronte. Parla Fabio Leonardi di Novara, ad di Igor Gorgonzola, che già in aprile era uscito allo scoperto con una lettera agli allevatori, in cui spiegava i motivi della scelta di ridurre la quota a loro spettante: <E’ necessario considerare che ci troviamo in un contesto globalizzato, che ci impone di guardare oltre le frontiere. Nei primi quattro mesi di quest’anno la produzione di latte in tutta Europa è aumentata del 5,8 per cento. In Italia tutte le produzioni Dop casearie stanno soffrendo la contrazione dei consumi. Il gorgonzola? Il 75 per cento della produzione è finalizzata al mercato domestico. Insomma: meno vendite, più latte e mercato in riposizionamento. In questa situazione il prezzo di 0,44 euro/litro è insostenibile. Non è una guerra che vogliamo fare ai produttori di latte, per noi rappresentano una risorsa. Con la nostra proposta non li stiamo penalizzando. Negli ultimi dieci mesi la media riconosciuta è stata di 0,43 euro, la più alta dell’ultimo decennio>.
Guerra di cifre sui due fronti. Le posizioni si avvicinano di qualche centesimo in più o in meno. Ma lo <spread>, considerata la sommatoria di milioni di litri, fa la differenza sia per gli uni sia per gli altri.

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