“Non vogliamo fare soltanto gli sceriffi dell’ambiente”

“Non vogliamo fare soltanto gli sceriffi dell’ambiente”

Allasia BassignanaSpanna“Non vogliamo essere condannati a fare i guardiani o gli sceriffi dell’ambiente. Siamo già un presidio dell’ambiente e che cosa sarebbe l’Italia senza agricoltori?”. Massimiliano Giansanti, presidente nazionale di Confagricoltura, interviene alla presentazione del bilancio dell’annata agraria piemontese e mette i puntini sulle “i”, anzi sulla parola “ambiente”. Perché il clima è stato purtroppo e continua a essere il vero protagonista del mondo agricolo, sottoposto a danni ingenti, ma anche a limitazioni nella produzione, alla concorrenza sleale. Malgrado questi ostacoli in Piemonte diminuisce il numero delle aziende agricole (-13%), rimane immutata la superficie coltivata. Ma soprattutto aumenta la percentuale dei giovani che hanno intrapreso l’attività (+14% contro il 12,8% del resto d’Italia). Un record.

Bilancio di San Martino, il giro di boa dell’annata agraria che Confagricoltura tratteggia con numeri e considerazioni. Uno sguardo al Piemonte che ancora Giansanti definisce “l’Ohio d’Italia, perché è la madre del riso e di tante altre produzioni”. Insomma, un pacchetto completo e diversificato, che però è stato turbato gravemente dal clima: dalla siccità nel 2022, poi da un altro anno difficile (il 2023) in cui si sono alternati mesi siccitosi ad altri di grande caldo, grandine e piogge. Al punto che – come ha sottolineato Federico Spanna del settore fitosanitario della Regione – a causa dei valori termici oltre i 40 gradi le piante hanno sofferto di forti fisiopatie: con morie di kiwi, danni ai noccioleti e ai vigneti. “Una crisi climatica subdola e cattiva – ha aggiunto – che non finirà e non sappiamo dove e quando colpisce”.

Enrico Allasia, presidente Confagricoltura Piemonte: “I nostri imprenditori sono sempre più green, come vuole l’Europa, ma devono misurarsi con un futuro incerto segnato da speculazioni, rincari di materie prime, concorrenza. Mentre dobbiamo puntare sull’ambiente e sul sociale, la Cina gestisce il 68% del mais mondiale, l’India è prima nel riso, il Brasile in testa alla classifica di mais e soia, superando anche gli Usa. E noi rischiamo di andare fuori mercato. Ion Italia l superficie del mais ha perso il 32% e ne ha risentito anche la zootecnia. Molte le stalle chiuse per i costi, nel nostro paese ben 1170. In Piemonte la più penalizzata è la razza Piemontese”.

Il divieto della monosuccessione, altro problema. Le indicazioni UE impongono la rotazione delle colture (grano, mais, ecc.) ad esclusione del riso. Allasia: “Confagricoltura ha chiesto una deroga e speriamo che venga accolta, anche alla luce purtroppo degli ultimi eventi meteo in Italia, dove intere produzioni di grano sono state distrutte dalle alluvioni”.

Il clima è il focus attorno al quale ruotano le maggiori attenzioni e l’incertezza. Lella Bassignana, direttore di Confagricoltura piemontese: “Occorre intervenire con la pulizia dei fiumi, ci sono residui che risalgono a 20 anni fa. Poi serve la manutenzione boschiva: il bosco deve tornare a essere vivibile per il cittadino, fornire sussistenza e reddito per l’agricoltore”.

Marco Protopapa, assessore all’agricoltura e cibo della Regione: “Invasi, stoccaggi, vasche di laminazione per l’accumulo dell’acqua: sono gli obiettivi ai quali tendiamo pe contrastare la carenza idrica. Vogliamo anche investire su frutta, carne e zootecnia per promuovere la produzione”.allasia confagricoltura

You must be logged in to post a comment Login