Mulini bianchi e mondine. L’agricoltura che non c’è

di Gianfranco Quaglia

Esiste un’agricoltura dei mulini bianchi, delle mondine ritornate in risaia, della risaia sitibonda anche quando l’acqua scorre a fiumi. E’ l’agricoltura che non c’è, descritta per compiacere gli amanti degli stereotipi e che fa «trendy». Una tendenza al ribasso, che deprime, falsa il settore primario e l’informazione. L’estate, come ogni estate, è il trionfo dei luoghi comuni, quando «a memoria d’uomo non si ricorda una siccità come questa». Ma di quale arsura stiamo parlando? Quella del Sahel? E di quali mondine? Quelle che nel 1949 solcavano i campi della cascina Veneria di Lignana, nel Vercellese, comparse in «Riso amaro» accanto a Silvana Mangano?
E’ bastato un innocente annuncio sul sito dell’Ente Nazionale Risi per scatenare la caccia al prototipo della mondariso del Terzo Millennio: cercasi personale specializzato per monda e epurazione del riso, meglio se in possesso di diploma e munito di patente B. Un tecnico stagionale da inserire nello staff del Centro Ricerche di Csstello d’Agogna, in provincia di Pavia, dal 4 agosto al 30 novembre.
Gli addetti ai lavori sanno che le mondariso di antica memoria non esistono più e che la stagione della monda (la scerbatura delle infestanti) e del trapianto era circoscritta dall’inizio maggio a metà giugno.
L’evoluzione della specie ricercata dall’Ente Nazionale Risi è tutt’altra cosa: elementi maschili o femminili (non più di 5-6 persone contro l’esercito di 250 mila mondine degli anni Quaranta-Cinquanta) da affiancare ai ricercatori per completare il lavoro di selezione del riso, dotati di esperienza e conoscenze anche merceologiche delle varietà, capaci di distinguere il cereale vero dal falso, il cosiddetto crodo. E poi in grado di selezionare i semi anche in laboratorio. Ma alcune testate hanno «sparato» la notizia della ricerca delle mondine, con l’immancabile «cercansi» nella titolazione, generando anche infondati entusisasmi e aspettative tra i giovani a caccia di occupazione. E un Tg non si è lasciato sfuggire l’occasione per regalarci uno scoop: una graziosa ragazza, mannello di riso tra le mni, cappello in testa, in una risaia della Bassa novarese intervistata sul tema: il ritorno delle mondariso.
E’ questa l’immagine che si vuole proporre ai 20 milioni di turisti attesi per Expo 2015, il cui tema dominante è «Nutrire il pianeta energia per la vita»? Ben venga, se serve ad attirare turisti, ma attenzione alle conseguenze e alla delusione causate da una informazione-spettacolo.

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