Missione impossibile diventata possibile: tornano i dazi sul riso importato

Missione impossibile diventata possibile: tornano i dazi sul riso importato

di Gianfranco Quaglia

Missione impossibile diventata possibile. In Europa, contro ogni speranza e previsone, ha vinto la filiera del riso, Italia in testa. Tornano i dazi all’import dal Sudest asiatico, si alzo lo scudo invocato per difendere la produzione made in Europa e in particolare Made in Italy. Un risultato storico.

Ancora una volta la filiera risicola nazionale, con l’indispensabile attività del Ministero Politiche Agricole e del Ministero Sviluppo Economico, ha saputo dimostrare quella compattezza e quella autorevolezza che già in altre occasioni le hanno permesso di essere vincente a Bruxelles“. Così il presidente dell’Ente Nazionale Risi Paolo Carrà a seguito dell’avvenuta formale decisione della Commissione ufficialmente che reintroduce i dazi sul riso lavorato proveniente da Cambogia e Myanmar per 3 anni.

Secondo Carrà “la Commissione, con questa insperata e da molti ritenuta impossibile decisione, ci dà la possibilità di recuperare quote di mercato di riso Indica. Ringrazio il ministro Centinaio che in questi mesi ha concretamente dimostrato la Sua vicinanza al settore e gli uffici dell’Ente Nazionale Risi che hanno supportato con le necessarie informazioni tecniche e di organizzazione di mercato le istanze della filiera. Dopo questa vittoria – prosegue – dobbiamo essere tutti coalizzati per gestire il mercato, ora tocca agli operatori del settore saper sfrutare al meglio quwsta situazione favorevole”.

Mario Francese, ad Euricom e presidente Airi (Associazione Industrie risiere italiane): “Una vittoria storica dopio cinque anni di battaglia. Ora mi auguro che gli agricoltori, nell’interese di tutti, non asumano posizioni speculative, riconquistare i mercati non è facile, ma occorre essere tuti consapevole del fatto che il riso europeo dopo eusta decision ecquisisce centralità”.

La clausola di salvaguardia poggia sui risultati dell’indagine svolta dai servizi della Commissione, su richiesta dell’Italia, dalla quale è risultato che, a causa dell’aumento delle importazioni dai due paesi asiatici, la quota di mercato del prodotto europeo si è ridotta dal 61 al 29 per cento.

Sono alcuni dei passaggi della lettera che l’Alto Rappresentante dell’Unione per gli Affari Esteri e vicepresidente della Commissione, Federica Mogherini, ha indirizzato al presidente della Confagricoltura, Massimiliano Giansanti.

Nelle scorse settimane, Giansanti si era rivolto alla vicepresidente Mogherini per segnalare le crescenti condizioni di disagio economico dei produttori italiani di riso e sollecitare l’intervento dell’Esecutivo di Bruxelles.

I dazi resteranno in vigore per un periodo di tre anni. Quest’anno si attestano a 175 euro a tonnellata, per poi scendere a 150 euro nel 2020 e a 125 euro nel 2021. Come previsto dalle norme sulle preferenze generalizzate ai Paesi in via di sviluppo, il periodo di applicazione potrebbe essere esteso.

“Incassato il risultato a Bruxelles – ha dichiarato Giansanti – dobbiamo ora metterci al lavoro subito e con lo stesso spirito di squadra per progettare il rilancio della “filiera riso” italiana. A questo riguardo, le dichiarazioni già rilasciate dal ministro Centinaio forniscono ottimi spunti di riflessione”.

“Si tratta di un deciso cambio di rotta – afferma Sara Baudo, presidente di Coldiretti Novara Vco unitamente a Paolo Dellarole che ha delega al settore risicolo – nelle politiche europee rispetto agli accordi commerciali preferenziali stipulati con Paesi che spesso non rispettano le condizioni produttive ed i diritti dei lavoratori vigenti all’interno dell’Unione, con gravi danni per i produttori e rischi per i consumatori. Ora, però è importante monitorare con attenzione anche le importazioni di riso non lavorato. Una misura necessaria per salvare la nostra produzione che in Piemonte è di 8 milioni di quintali e riguarda circa 2000 imprese. Proprio dalla volontà “di passare dalle parole ai fatti, siamo arrivati alla produzione, con il regista Stefano Rogliatti, di Rice to Love, un filmato unico nel suo genere che denuncia la realtà dei Paesi che fanno concorrenza sleale al nostro riso italiano”.

L’appuntamento per l’anteprima nazionale di “Rice to Love” è stato al cinema Massimo, in via Verdi 18 a Torino, con ingresso gratuito, presenti l’assessore regionale all’Agricoltura, Giorgio Ferrero, e l’assessore al Commercio del Comune di Torino, Alberto Sacco.

Giuseppe Ferraris, presidente del gruppop riso Copa-Cogeca a Bruxelles: “Appena ci sarà la puibblicazione sulla Gazzetta Ufficiale Europea, quindi dal 18 gennaio, i dazi per il riso torneranno ufficialmente in vigore. E’ stato un successo che premia i nostri sfdorzi e di tutti coloro che ci hanno creduto”-

 

«Abbiamo vinto una battaglia importante, frutto di un lavoro di squadra che dopo anni di rivendicazioni ha portato i suoi risultati – spiega Alberto Cirio, membro della Commissione Agricoltura del Parlamento Ue –. Per far valere la propria voce in Europa serve fare “lobby” e quella per difendere il riso italiano ha unito agricoltori e istituzioni da Roma fino ai palazzi di Strasburgo e Bruxelles. La reintroduzione dei dazi però è solo l’inizio, adesso servono misure per risarcire i nostri risicoltori dal danno subito in tutti questi anni, per questo ho presentato una istanza alla Commissione Agricoltura del Parlamento Ue, di cui faccio parte, affinché siano introdotte nella nuova Pac (la Politica agricola comune) in discussione proprio in questi mesi».

I dazi verso il riso importato dal sud-est asiatico saranno in vigore per un periodo di tre anni con un valore di 175 euro a tonnellata.

L’assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte, Giorgio Ferrero, commenta l’adozione della clausola di salvaguardia a tutela della filiera del riso. “E’ una buona notizia l’adozione della clausola di salvaguardia con l’introduzione dei dazi per il riso importato dal sud est asiatico. Ora si vada avanti per la valorizzazione del riso italiano a tutela del consumatore. Il futuro del nostro riso è legato alla valorizzazione del territorio con l’etichettatura europea sul paese di origine; alla promozione della qualità in tutte le sue forme, dal metodo di coltivazione alle varietà, fino agli aspetti gastronomici; all’unicità della risaia piemontese, del suo territorio e del suo paesaggio, delle inimitabili infrastrutture irrigue, della sua storia e della sua cultura”.

Regolamento di esecuzione (UE) 2019/67 della Commissione del 16 gennaio 2019 che istituisce misure di salvaguardia in relazione alle importazioni di riso Indica originario della cambogia e del Myanmar/Birmania

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