Lombardini nel ricordo di Prodi, don Ciotti, Fratta

Lombardini nel ricordo di Prodi, don Ciotti, Fratta

PENTAX ImageAllievi illustri per ricordare un maestro illustre. Tutto in un pomeriggio, tutti al Teatro Coccia di Novara e per chi non è risucito a entrare al salone Borsa in videoconferenza. L’evento celebrativo ha ripercorso le tappe della vita di Siro Lombardini, economista, docente, presidente della Banca Popolare di Novara, ministro delle Partecipazioni Statali, amico del territorio. Una delle figure più rappresentative del mondo economico, sociale, culturale. E anche religioso. E fra gli allievi Romano Prodi, che dal palcoscenico del Coccia ricorda: «Ha me ha insegnato economia e passione per il mio Paese, pee la giustizia distrbutiva e su questo tema si arrabbiava molto. Oggi Siro si batterebbe per l’idea di un’Europa sociale e ci interrogherebbe: ma che cosa abbiamo fatto? Perché lasciato che il mondo si divaricasse così tanto? Si interrogherebbe sul distacco dalla realtà. A lui debbo tanto, la sua grandezza consisteva nel fatto di prendere decisioni belle e chiare».

Moderati da Maurizio Comoli, vicepresidente del Banco Popolare, originato dalla fusione tra la Verona e la Novara (operazione condotta in porto da Lombardini e FrattaPasini) l’incontro celebrativo ha alternato momento del passato con il presente e il futuro. Introdotti da Alberto Mauro, direttore generale della Divisione Banca Popolare Novara, che ha fatto gli onori di casa.

Chi non è stato suo allievo nelle aule universitarie, lo è diventato sul lavoro, dove Lombardini ha impartito lezioni di professionalitò e vita. Da Andrea Ballarè, sindaco di Novara, a Sergio Chiamparino, presidente della Regione Piemonte, che lo ebbe come controrelatore all’Unviersità: «Un giorno mi disse: ricorda che l’economia è la scienza con cui si cerca di dare soddisfaizone ai bisogni della gente». Un altro allievo, Terenzio Cozzi (Università di Torino): «Sulla grave cirsi finanziaria e sui derivati lui aveva previsto e anticipato tutti». Don Luigi Ciotti ha ricordato la «sua capacità di unire fede e giustizia. A me, che sono laureato in scienze confuse, lui aveva l’umiltà di spiegare le cose, ci teneva sottolineare il tema dell’uguaglianza. Mi chiedo che cosa direbbe oggi con i 10 milioni di tialiani poveri relativi e i 6 milioni di poveri assoluti e i 6 milioni di analfabeti di ritorno. Io me lo sento. Alberto Quadrio Curzio (economista alla Cattolica di Milano): «Di lui ricordo la lucida passione, era molto esigente e generoso. Una volta gli chiesi di rivedere i miei appnti e da quel momento lui lo fece sistematicamente». Carlo Fratta Pasini, presidente del Banco Popolare: «Un uomo straordinario con una dimenzione pragmatica. Era entrato nel mondo bancario quando era ancora studente lavoratore. Era un sostenitore appassionato delle sue idee, aveva capacità di accendersi e dopo di arrivare a soluzioni do compromesso. Raramente deponeva l’elmo del guerriero. Sui derivati lui colse bene la pericolosità di quegli strumenti, una grande capacità di lungimiranza».

Eliana Baici, oggi direttore del Dipartimento di Studi per l’Economia e l’Impresa (Università Piemonte nord-orientale) e alla guida del Comitato territoriale Bpn: «Voglio testimoniare quanto devo a Lombardini, lui credeva fortemente nei giovani e non si faceva influenzare da nessuno. L’ho conosciuto nel ruolo di presidente di una commissione che doveva giudicare giovani ricercatori universitari, in quella circostanza c’ero anch’io, lui credette nei giovani e ci portò in alto».

Domenico De Angelis, oggi condirettore del Banco e per sette anni amminsitratore della «Novara»: «Sono stato un suo allievo manageriale, debbo tutto a lui. E’ stato un maestro di vita e professionalità. Tutti i giorni lo sento ancora vicino».

Hanno tracciato un profilo di Siro Lombardini anche Guido Duccio Castellotti, vicepresidente del Banco Popolare, e Franco Zanetta, presidente della Fondazione per il territorio della Novara, strumento voluto dall’economista dopo la fusione con la Verona. Di lui Zanetta ha ricordato la lungimiranza sullo «tsunamo dei derivati» e l’intuizione avuta con la Fondazione, che a tut’oggi ha erogato 52 milioni di euro sul territorio. (g. f. q.)

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