Le sorelle del Boca nel paese dell’archistar

di Gianfranco Quaglia

Paola, Anna, Elena. Tre sorelle e un castello. Anzi, le Cantine del Castello di Maggiora (Novara). Sessant’anni fa il papà Ermanno, con la moglie Mariuccia decise di scrivere una nuova storia del Boca, il vino che un tempo veniva servito sulla mensa dei Papi. Eravamo nel 1963 e quel rosso rubino ancora non era diventato Doc, ma Ermanno già ne intravedeva le potenzialità. Le tre figlie hanno raccolto il testimone e oggi, scomparso il papà, sono diventate triplice punto di riferimento non solo nella coltivazione dei vigneti, anche nella vinificazione e nella promozione del prodotto.

Con un valore aggiunto che si chiama cultura. Non è solo il “terroir”, per dirla alla francese, quella definizione che richiama la storia del vigneto e del territorio. Di più: Paola, Anna e Elena, hanno trasformato le cantine del castello in una sorta di cenacolo culturale dove arte, musica, recitazione, incontri e dialoghi s’intrecciano con le degustazioni. Qui tutto ci parla di cultura con la C maiuscola, a cominciare dai rapporti che abitualmente coinvolgono esponenti del mondo artistico e letterario. Qui si sublimano le fatiche che cominciano in vigna e terminano nel calice. Questo il senso della missione che pervade le Cantine del Castello. Del resto Maggiora è luogo d’ingegno e di idee coraggiose. Basti evocare una figura: Alessandro Antonelli, il padre della Mole di Torino e della cupola gaudenziana di Novara. La famiglia dell’archistar dell’0ttocento è originaria di questo paese e qui riposano le sue spoglie. A proposito: le sorelle Conti hanno scoperto quasi per caso che uno dei vigneti da loro coltivato ha un nome inequivocabile: la vigna di Antonelli.

 

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