“Lavorare un’ora in meno nei campi e un’ora in più per conoscere”

“Lavorare un’ora in meno nei campi e un’ora in più per conoscere”

 «Lavorare un’ora in meno nei campi e un’ora in più per la conoscenza». Angelo Frascarelli, docente all’Università di Perugia, è convinto che una maggiore conoscenza finalizzata all’innovazione sarà decisiva nei prossimi anni per il futuro dell’agricoltura italiana. Lo ha ribadito al convegno «Innovazione in agricoltura: quali opportunità», convegno organizzato dal Banco Popolare nell’ambito di Fieragricola a Verona. Un momento di confronto, che ha richiamato centinaia di agricoltori da tutto il Nord Italia (molti dal Piemonte). Frascarelli dice che la grande sfida sarà la crescita sostenibile intelligente, finalizzata all’agricoltura di precisione, obiettivo che può essere raggiunto attraverso i finanziamenti europei e il credito. E qui entra in gioco il mondo bancario, come ha ricordato Mario Mancini, responsabile ufficio agricoltura Banco Popolare: «Il credito nel settore agricolo è in espansione, nel 2015 è passato da 4,3% a 5%. Duecento sono i gestori formati dal Banco, che agiscono nei territori di competenza». Massimo Goldoni, presidente della federazione Nazionale Costruttori Macchine Agricole, parla di salto di qualità: «E’ tempo di cancellare la vecchia immagine di macchinari old style, ora c’è la meccatronica, i trattori si guidano in remoto a distanza. Il nostro è una settore avanzato, che sviluppa 12 miliardi di euro, di cui il 70% destinato all’export». Albano Agabiti (presidente Associazione nazionale Condifesa): «Il settore agricolo è quello che sta attraendo di più i giovani e i due terzi sono rappresentati da donne. E pensare che c’è stato un tempo in cui tutti scappavano dai campi; io stesso ho scelto di fare l’agricoltore quando tutti fuggivano. Ma oggi dobbiamo difendere il made in Italy: pensiamo all’olio d’oliva, ci sono aziende che lo importano dal Nordafrica e poi lo rivendono come italiano».

Paolo Carnemolla, presidente Federazione italiana agricoltura biologica e biodinamica: «Se l’innovazione non ridà valore al prodotto a che cosa serve se non a ingrassare coloro che si soo ingrassati sulle spalle degli agricoltori? Sono stati stanziati 21 milioni di euro per ricerche sulle biotecnologie sostenibili: ma io mi chiedo qual è il centesimo in più che ricava l’agricoltore? Dal 2008 l’agricoltura biologica è cresciuta a due cifre, stanno investendo molto in bio i cinesi e gli Usa. Oggi in Italia il mercato bio vale oltre tre miliardi di euro, l’aumento del bio è stato del 18%,un dato eclatante, ma non disponiamo di servizi, mezzi tecnici, consulenza, formazione, un sistema).

Gianni Guizzardi (Consiglio Nazionale dottori agronomici e dottori forestali): «Dopo quella dei medici, i laureati in agraria rappresentano la categoria che trova subito lavoro. Noi possiamo dare consulenza e gli agricoltori ne hanno bisogno». banco

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