Latte, carne, Psr: i nodi dell’agricoltura piemontese

Latte, carne, Psr: i nodi dell’agricoltura piemontese

Latte, carne, selvatici, Programma disviluppo rurale: questi i nodi dell’agricoltura piemontese. Confagricoltura Torino traccia il bilancio dell’annata: “Timori per la crisi dei consumi di carne, ma c’è più consapevolezza e non sarà un’altra ‘mucca pazza’. Il contenimento dei selvatici sta diventando un problema di ordine pubblico. Siamo in forte ritardo sul Psr, ma prima di esprimere giudizi vogliamo vedere i bandi. Politica troppo attratta dai sondaggi e poco attenta alle scelte strategiche”. Ma il tema del prezzo del latte, motivo dele forti contestazioni di questi ultimi giorni, è quello che più preoccupa.

Nel dettaglio

Per quanto riguarda gli investimenti, diminuisce la superficie vitata (-639 ettari, pari all’1,1%), aumenta nel complesso quella destinata ai frutteti, con un calo dei pescheti (-150 ettari) e un aumento dei meleti (+330 ettari) e dei pereti (+67 ettari). Continua a crescere, spinta dalle buone prospettive di mercato, la coltura del nocciolo (+1.485 ettari) che ormai ha raggiunto i 18.123 ettari.

Sul fronte dei prezzi si segnalano variazioni positive per i prodotti orticoli (+5%) e per la frutta estiva, in particolare per le mele (+5/10%). In aumento del 15% il prezzo dei piccoli frutti. Buone per il momento, anche se in calo rispetto allo scorso anno, le quotazioni dei kiwi; in aumento il prezzo delle pere.

Aumenta in modo sensibile la superficie destinata alle orticole, che passa da circa 8.000 oltre 11.000 ettari (+39%). Diminuiscono i seminativi (-5,8%), da 325.000 a 306.000 ettari e aumentano in modo sensibile le foraggere, da 39.000 a 116.000 ettari.

Aumenta anche il numero delle aziende biologiche, che passano da 1.315 a 1.577, con un incremento di superficie di 2.823 ettari (24.080 ettari in totale). Aumenta anche la superficie in conversione al biologico, da 6.095 a 8.593 ettari.

La nuova politica agricola comunitaria (PAC), che punta sull’ambiente e privilegia il “greening” ha contribuito all’orientamento degli investimenti produttivi: è in quest’ottica, infatti, che si deve leggere l’incremento delle superfici verdi (aumento delle foraggere) e biologiche, a danno delle tradizionali coltivazioni a seminativo.

I prezzi dei cereali sono in lieve diminuzione rispetto allo scorso anno. Il prezzo dei risoni in avvio di campagna risulta in aumento, ma occorrerà attendere ancora qualche settimana per verificare l’assestamento dei mercati.

Zootecnia, si segnala un calo pesante del prezzo del latte alla stalla (da 10 a 12 centesimi al litro, con una perdita di valore del 25% rispetto al 2014).

Stabili i prezzi del pollame, ma risultano in flessione i prezzi delle uova -10% e dei conigli -10%.

Fino a settembre sono risultati stabili i prezzi dei vitelloni di razza Piemontese, mentre hanno fatto segnare una leggera flessione le quotazioni delle altre razze. In calo del 9% il prezzo dei suini. I prezzi dei bovini e dei suini sono in ulteriore caduta nelle ultime settimane, dopo le notizie scandalistiche sui danni dal consumo di carne rossa.

La zootecnia piemontese sta subendo un colpo durissimo da questa crisi. Per il momento non si possono ancora tentare previsioni sull’evoluzione della situazione, ma di sicuro non sarà un’altra “mucca pazza”. Il consumatore, pur sottoposto un notevole pressing mediatico, si dimostra più attento e i produttori confidano nella consapevolezza dei medici e dei nutrizionisti per ristabilire un’informazione corretta.

La questione dell’eccessiva proliferazione dei selvatici, che causano pesanti danni alle coltivazioni, sta ormai diventando un problema di ordine pubblico, come dimostrano l’intensificazione degli incidenti causati dai cinghiali e la costante e pericolosa diffusione del lupo sulle Alpi piemontesi.

Nel complesso l’agricoltura subalpina continua a manifestare segnali di sofferenza. Il numero delle imprese agricole è costantemente in diminuzione: oggi sono circa 55.000 in Piemonte, il 12,4% del totale delle attività produttive. Anche nel terzo trimestre 2015, come rileva Unioncamere Piemonte, tutti i principali comparti produttivi sono stati caratterizzati dal segno positivo ad eccezione dell’agricoltura, settore che ha subito una flessione dello 0,11%. Occorre però rilevare come al calo del numero di aziende corrisponda spesso un rafforzamento delle realtà imprenditoriali.

Per Confagricoltura è necessario intervenire decisamente sul consolidamento strutturale delle imprese. Occorre passare dal concetto di “piccolo è bello” a “grande è meglio”, sviluppando velocemente il processo di aggregazione delle capacità produttive e commerciali, anche con il consolidamento della cooperazione e delle organizzazioni dei produttori. Il Piano di Sviluppo Rurale potrebbe rivelarsi un elemento decisivo in questa direzione. Il lavoro su questo fronte è in grave ritardo. Presentato ad agosto 2014, il Psr è stato approvato soltanto il 27 ottobre 2015. Il pacchetto prevede un plafond disponibile di circa 1 miliardo e 100 milioni di euro (1.093.054.267,16). Il ritardo dell’emanazione dei bandi Psr sull’insediamento giovani non ha permesso a chi nel frattempo ha compiuto i 40 anni di età di insediarsi, perdendo così il contributo. Inoltre, la mancata approvazione del PSR e l’emanazione dei bandi strutturali per gli investimenti aziendali, oltre alle difficoltà agli agricoltori, sta causando un danno anche a tutto l’indotto, a partire dalle aziende che producono strutture, macchine e attrezzature agricole.

Prima di esprimere un giudizio Confagricoltura attende la emanazione dei bandi, per verificare la coerenza tra le dichiarazioni di impegno per il sostegno al settore e le effettive misure messe in campo per favorire lo sviluppo delle imprese.

In conclusione Confagricoltura chiede una maggiore attenzione al settore primario. Politica e istituzioni sono troppo spesso concentrate sui risultati dei sondaggi, che vengono anche impropriamente utilizzati per le scelte da adottare, mentre servirebbe un maggiore interesse per le questioni strategiche di medio periodo, per creare le condizioni per far ripartire l’economia del nostro Paese con l’agricoltura in primo piano.

Alla presentazione sono intervenuti Paolo Dentis e Ercole Zuccaro, presidente e direttore Confagricoltura Torino; Antonella Giani, ideatore <Giardino Forbito>; Tommaso Visca, presidente Associazione produttori latte Piemonte.SAM_1787

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