L’angelo del riso promuove il made in Italy nella Westfalia (fotogallery)

di Gianfranco Quaglia

Si chiama Angela e abita a Dortmund, in Westfalia. I tedeschi la chiamano <Anghela> come la più nota Merkel, anche se l’italiana dai capelli ricci e neri non ha nulla da spartire con la Cancelliera della Germania.

Angela Cesti arriva da Cerano (Novara), terre d’acqua e risaie. Ma lassù, nel profondo Nord, tra Westfalia E Ruhr, dove vivono decine di migliaia di italiani emigrati, il richiamo e la nostalgia dell’Italia possono essere colmate anche con una pizza, un piatto di spaghetti, un risotto.

Da questa idea iniziale è nato qualcosa in più: la promozione del made in Italy. Angela, che ha sposato un tedesco, due figli, è diventata <Angelo del riso> per tutti. Angela, che aveva un’attività avviata nel campo della moda e dell’abbigliamento, ora presta servizio volontario nel centro culturale italo-tedesco di Dortmund, <Auslandsgesellschaft Nrw>, dove insegna italiano, ma lo scopo principale è quello di facilitare l’integrazione dei nostri connazionali, cercando di far conoscere meglio l’Italia ai tedeschi, forti consumatori di riso, quasi tutto proveniente dal Sudest asiatico (India, Pakistan, Cambogia, Myanmar). Sulle loro tavole solo Basmati, altre varietà appartenenti all’Indica, prodotto tipico per contorni e insalate. Niente risotto. Angela ha pensato al suo paese d’origine, che è a due passi da Villanova di Cassolnovo (Pavia) dove nel Rinascimento il duca Giangaleazzo Sforza seminò per primo il riso in Italia e diede avvio a quella che sarebbe poi diventata una coltivazione estensiva, la più importante d’Europa.

Il riso in Italia? <Per i tedeschi sembra incredibile, quasi impossibile>. Ma l’Angela italiana è donna determinata e sa che in Westfalia vivono almeno 200 mila italiani. Allora ha chiamato l’Ente Nazionale Risi di Milano chiedendo di darle una mano. E’ partito Cesare Rocca, uno dei funzionari più bravi e appassionati, che ha il riso nel dna e si nutre di cultura, storia e trradizioni risicole, per promuovere il made in Italy: <In Germania  – dice – l’Italia esporta circa 123 mila tonnellate di prodotto ogni anno, non è molto rispetto alla valanga di prodotto in arrivo dall’Oriente. In ogni caso i tedeschi ignorano come cucinarlo, hanno sentito solo parlare del risotto>. E’ stato coinvolto anche il console italiano a Dortmund, Andrea Casciello, organizzata una manifestazione nel centro culturale, chiamata <Nord Italia: riso e acqua – il multiforme Piemonte>.

Rocca ha illustrato la storia del riso, proiettato filmati, simulato la lavorazione in diretta attraverso setacci e piccoli macchinari che ricalcano da vicino gli impianti di trasformazione del riso greggio in chicchi bianchi. Il tocco finale, quello più accattivate, è stato di Angela Cesti, che ha improvvisato uno <show cooking> con il risotto all’italiana. L’effetto è stato grande. E Rocca lo conferma, tanto da aggiungere: <Questo è il primo passo, adesso bisognerebbe insistere, questo è il modo giusto per promuovere il nostro prodotto>.

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