L’Airbus e il contadino Chi inquina di più?

di Gianfranco Quaglia

“Sono un contadino. E questo è un Airbus A380. Questo aereo trasporta 330.000 tonnellate di carburante, sufficienti per tenerlo in aria per un giorno. E’ lo stesso di cui ha bisogno la mia fattoria di 65 ettari, per operare per 50 anni producendo 75 milioni di chilogrammi di frutta e 1.380.000 suini, ma sono io l’inquinatore…”. Questo il post polemico di un agricoltore, rilanciato da Luciano Salvadori, direttore di Coldiretti Novara Verbano Cusio Ossola, che approfondisce: “A chiusura di un anno complesso, la riflessione da un produttore agricolo, sulle possibili strade della transizione ecologica, credo non abbia bisogno di commenti. Con quattro cifre la saggezza contadina coglie quanto i fautori del cibo sintetico, i media in vendita, gli studiosi appaltati, gli influenzabilissimi decisori pubblici, rimuovono e cancellano”.

Nel post si vede il gigante dell’aria sulla pista di uno scalo aereo. Immagine impattante, che fa riflettere. Ma non è soltanto il consumo di carburante a suggerire riflessioni e interrogativi. 

Anche la terra è a rischio. Nello spazio di una generazione in Italia è scomparso un terreno agricolo su 4 (-28%), a causa della cementificazione: persi dal 2012 ad oggi 4 milioni e 155mila quintali di prodotti agricoli, con la copertura artificiale del suolo agricolo che ha toccato la velocità di 2 metri quadri al secondo, nonostante il lockdown e la crisi dell’edilizia. Secondo i dati del rapporto la perdita maggiore si è registrata sul fronte dei cereali e degli ortaggi con la scomparsa di 2 milioni e 534mila quintali di prodotto, seguita dai foraggi per l’alimentazione degli animali, dai frutteti, dai vigneti e dagli oliveti. 

 

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