Giù le mani dal Gorgonzola

di Gianfranco Quaglia

L’ultima battaglia è stata combattuta in Cile contro un nemico strutturato. Non tanto il paese sudamericano, quanto gli Stati Uniti. Quattro anni è durato il contenzioso per il riconoscimento di uno dei formaggi più blasonati del mondo, strettamente made in Italy: il gorgonzola. Una “guerra” legale che ha impegnato il Consorzio di tutela del famoso erborinato, con sede a Novara, abituato da sempre nella difesa del proprio marchio. Tutto si è iniziato quando l’organizzazione dei produttori lattiero-caseari statunitensi, il Diary Export Council, si era opposta alla richiesta del Consorzio italiano di ottenere la denominazione di origine in Cile, così come è avvenuto in decine di altri paesi del mondo. Gli Usa sostenevano che il nome gorgonzola corrisponde a una indicazione generica per distinguere un tipo di formaggio blu. In altre parole: qualsiasi tipo di formaggio similare prodotto negli Stati Uniti ed esportato in Cile sarebbe stato venduto con l’etichetta di gorgonzola, benché non fosse quello autentico Dop proveniente dall’Italia. Vale la pena ricordare che gli erborinati “clonati” nel mondo sono parecchi e che nel Wisconsin esistono caseifici che marchiano come gorgonzola i loro prodotti, apponendo poi la bandierina tricolore sulla confezione. Insomma, un falso che confonde il consumatore ignaro. E’ il fenomeno del cosiddetto “Italian sounding” che nel 2022 ha raggiunto i 91 miliardi di euro, contro i 60 dell’agroalimentare vero ed effettivamente esportato dall’Italia.

 Il Gorgonzola, come il Parmigiano Reggiano, è uno dei prodotti più imitati. Ora la causa intentata dal Consorzio italiano si è conclusa con il successo raggiunto a Santiago del Cile. Il ministero dell’agricoltura cileno ha respinto le argomentazioni avanzate dai produttori statunitensi. Infine l’istituto nazionale per la proprietà intellettuale del Cile ha stabilito che solo il formaggio prodotto in Italia può essere venduto con il nome di Gorgonzola.

Antonio Auricchio, presidente del Consorzio ha salutato con favore l’importante atto che porta a 95 i Paesi in cui la Dop Gorgonzola ha ottenuto riconoscimento legale: “Da sempre sostengo che non dobbiamo arretrare di un millimetro dalla nostra qualità che ci ha resi un’eccellenza e che è il nostro migliore biglietto da visita, ma il ruolo del Consorzio deve essere anche quello di supportare le nostre aziende all’estero dove subiamo la concorrenza sleale dei similari. Questo riconoscimento in Cile è una vittoria importante contro i produttori lattiero-caseari statunitensi ed è un risultato che può aprire ulteriormente la strada alle nostre aziende in un mercato molto interessante. Stiamo crescendo in tutto il Sud America, Brasile in testa, ma anche Colombia e appunto in Cile, dove la grande tradizione vitivinicola non può che sposarsi alla perfezione con un prodotto caseario unico come il Gorgonzola”.

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