E Phil Hogan disse “Il riso è fragile” (con un occhio a Trump)

di Gianfranco Quaglia

Phil Hogan è stato chiaro nel suo rapporto tecnico intitolato <Impatto cumulativo dei futuri accordi commerciali sull’agricoltura nell’Ue>. Il commissario all’agricoltura europea ha detto in sostanza che i nuovi patti siglati con Canada e Vietnam e quelli in corso di negoziazione (leggi Ttip con gli Usa, paesi del Mercosur, Giappone, Thailandia, Indonesia, Filippine, Australia, Nuova Zelanda, Turchia, Messico) costituiscono un’opportunità per il settore lattiero-caseario, ma rappresentano un rischio per riso e carni bovine. Le parole di Hogan, pronunciate davanti ai ministri dell’Agricoltura di tutti i paesi europei, suonano come un campanello d’allarme e confermano le preoccupazioni dell’Italia, ribadite anche dal ministro Martina, proprio nei confronti del riso. <Speriamo – ha aggiunto Hogan – che questo rapporto serva a far capire ai nostri partner commerciali futuri che su alcuini settori devono moderare le loro aspettative quando negoziano con l’Ue. Noi abbiamo interessi offensivi e difensivi e facciamo bene a mettere quote a protezione dei settori più vulnerabili>. Non detto, ma a buon intenditore, il riferimento a Trump è evidente.

Dal rapporto emerge che il settore riso appare il più fragile, esposto ai venti di un import selvaggio e favorito dall’assenza di dazi. A questo proposito il commissario ha assicurato che nell’accordo commerciale con il Vietnam l’Ue liberalizzerà solo parzialmente le importazioni, stabilendo contingenti tariffari corrispondenti all’8% circa del totale dell’import nell’area comunitaria, di cui due terzi riservati al riso non prodotto in Ue o destinato a essere ulteriormente trasformato dall’industria risiera europea.

E’ un segnale ufficiale, forse la prima volta, che sottolinea come il riso sia un comparto vulnerabile. Dopo le proteste e le sollecitazioni della filiera italiana, l’intervento di Hogan, che ha voluto mettere nero su bianco, rappresenta il riconoscimento e una presa di posizione. Intanto i ministri europei dell’agricoltura hanno chiesto un approfondimento nel primo consiglio del 2017.  E a gennaio, indetti dall’Ente Nazionale Risi, si terranno a Milano gli Stati Generali della risicoltura europea.

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