Droni e intelligenza artificiale contro la Popillia

Droni e intelligenza artificiale contro la Popillia

Droni, algoritmi, intelligenza artificiale. Addio al “buon vino del contadino”, tutto di mani e piedi. Nel vigneto è arrivata la tecnologia per garantire il vino del futuro, soprattutto sotto il profilo della sicurezza e della salubrità. Indenne da attacchi parassitari. Ne sanno qualcosa i viticoltori di Briona, Fara, Sizzano, Ghemme, ormai da un decennio in lotta contro un “alieno”, la Popillia Japonica, il coleottero giunto dall’Estremo Oriente, che falcidia le foglie della vite. Sbarcato come un clandestino a Malpensa, utilizzando il trasporto “portoghese” delle ali dei jet, si è propagato in Piemonte attraverso la Valle del Ticino. Dapprima ha aggredito la pianura, poi si è insediato nei vigneti. Milioni di alieni che falcidiano la produzione. I viticoltori impegnati nella coltivazione delle Doc e Docg, devono difendere la produzione di queste eccellenze dagli attacchi spietati di questi insetti. La battaglia è impari.

Per questo il Consorzio di tutela Nebbioli Alto Piemonte (che comprende le province di Novara, Vercelli, Biella, Verbano Cusio Ossola) è sceso in campo affidandosi alla tecnologia e alla ricerca più avanzate. Nel 2024 – come spiega il suo presidente Andrea Fontana – l’organismo compie 25 anni di attività e ha deciso di segnare un altro punto di priorità nel contesto dell’enologia piemontese. Proprio sulle colline novaresi, dove per la prima volta in Italia fu avviata la lotta integrata contro i parassiti, bilanciando gli interventi chimici con la difesa dell’ambiente. Sulla scia di questo filone sostenibile, il Consorzio (in collaborazione con la regione Piemonte, il Politecnico di Torino, l’Università torinese, l’Arpa), lo scorso anno ha lanciato il “Progetto Dante”, unico nel suo genere, per monitorare e intervenire sui vigneti attraverso i droni.

Nella sala delle vetrate del castello di Novara sono stati presentati i primi risultati. Un momento significativo di una sperimentazione, che ha richiamato centinaia di agricoltori, tecnici. Con l’intervento degli assessori regionali Marco Protopapa (Agricoltura e Cibo), e Matteo Marnati (Ambiente). Con il direttore dell’assessorato all’Agricoltura della Regione, Paolo Balocco, presenti anche Luisa Ricci e Federico Spanna.

Andrea Lingua, docente del Politecnico di Torino, ha illustrato la sperimentazione condotta nelle vigne a Briona e Ghemme, sorvolate dal drone a un’altezza di tre metri e mezzo dal suolo: “In queste due aree selezionate, abbiamo utilizzato una metodologia agli infrarossi e multispettrale. Facendo ricorso anche agli algoritmi e a un software di intelligenza artificiale. Un monitoraggio accurato per capire se i punti anomali rilevati fossero proprio insetti. Al tempo stesso abbiamo potuto rilevare la spazializzazione, ossia la loro densità”.

Dopo la fase di monitoraggio, si è passati al primo trattamento. Marco Grella (Università di Torino): “Il drone, dotato di un kit spray, è intervenuto sulle due aree prese in esame e ha irrorato insetticidi (Deltametrina e Acetamprid). Abbiamo rilevato che la copertura ottimale con il drone era più alta rispetto a quella effettuata con irroratrice convenzionale, cioè a terra, con mezzi meccanici. Quanto al consumo/risparmio del prodotto fitosanitario più o meno i due metodi si equivalgono. Ma la tempestività dell’intervento con il drone potrebbe ridurre i danni”.

 

Nella foto: Andrea Fontana, presidente Consorzio Tutela Nebbioli Alto Piemonte e Marco Protopapa, assessore regionale Agricoltura e Cibodrone1

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