Dalla A alla Zeta. Ci giochiamo tutto in sei mesi

di Gianfranco Quaglia

L’alfabeto di Expo è un viaggio che non dura soltanto 184 giorni, ovvero i sei mesi da maggio a ottobre 2015. Ma un approfondimento di temi che dovranno persistere nel tempo, con effetti e ricadute positive sul mondo intero, perché “Nutrire il pianeta energia per la vita” non può avere una dimensione temporale. E allora proviamo a uscire dalla gabbia dei giorni convulsi e intensi di Expo per esplorarne il significato, proprio attraverso le lettere dell’alfabeto, ognuna delle quali contiene spunti di discussione e riflessione. Da qui in poi le analisi settimanali saranno trasformate in Finestra su Expo.

A come acqua, l’oro blu. Per vivere un essere umano ha bisogno di 4 litri di acqua al giorno, ma l’impronta idrica dell’Italia, cioè la quantità di acqua dolce utilizzata per produrre beni e servizi, è pari a 6.309 litri pro capite al giorno. Siamo il terzo paese importatore netto di acqua virtuale al mondo (62 miliardi di metri cubi l’anno), dopo Giappone e Messico. L’impronta idrica italiana è del 66 per cento più alta della media mondiale.

B come biologico. Qui l’Italia è virtuosa. Con quasi 50 mila operatori impegnati nella produzione biologica per 1,2 milioni di ettari, il mercato vale 3,1 miliardi di euro, il che fa dell’Italia uno dei paesi all’avanguardia. E’ l’Oceania con 12,2 milioni di ettari (33%del totale), ad avere la maggiore superficie destinata all’agricoltura biologica

C come cacao e caffè. Cominciamo con il primo, il cibo degli dei, circa 3 milioni e mezzo di tonnellate prodotte nel mondo, soprattutto nei paesi sulla linea dell’Equatore. Il cluster del cacao sarà tra i più frequentati: la voglia di cioccolato si allarga sempre di più. Tanto che il mondo ne consuma 70 mila tonnellate in più rispetto alla produzione. E il caffè? Brasile maggiore produttore, seguito da Vietnam, Colombia, Indonesia. E guai se a noi italiani manca la tazzina. Eppure i maggiori consumatori sono nell’ordine: Finlandia, Islanda e Svizzera.

D come droni. Questi strumenti strategici sostitutivi degli aerei pilotati dall’uomo hanno fatto la loro comparsa anche in agricoltura, dove sono utilizzati per rilevazioni dei terreni e determinare interventi mirati nell’impiego di fitofarmaci. Sono diventati essenziali nella cosiddetta precision farming.

E come energia rinnovabile. Nel mondo da qui al 2020 è previsto un aumento del 45% che porterà a quasi il 26% della produzione di elettricità. L’idroelettrico rappresenterà il 37%di questa crescita,seguita dall’eolico. In questo settore l’agricoltura avrà sempre di più un ruolo attivo, a cominciare dalla trasformazione delle biomasse derivate dalle coltivazioni di mais e altri cereali.

F come fame e food. Nel mondo si produce cibo per 12 miliardi di persone, in realtà la popolazione oggi è di 7 miliardi, di cui un miliardo soffre la fame. Il fatto è che il 50% del cibo prodotto viene sprecato: circa 670 milioni di tonnellate.

G come genoma. Il sequenziamento dei genomi nelle piante coltivate è importante perché consente di decifrare i meccanismi che ne regolano lo sviluppo e la produttività. Per questo tutti i centri di ricerca orientati al riso, al mais o altre specie, stanno incrementando gli studi in questa direzione.

H come health: la salute. Il termine inglese, ormai mondiale, è presupposto di ogni impostazione per un’agricoltura moderna. Le norme che attendono alla sicurezza dei cibi sono molto rigorose in Italia e l’Europa ha accolto le istanze relative all’etichettatura sugli alimenti.

I come industrie agroalimentari. Fatturato annuo mondiale: 450 miliardi di dollari, spartiti fra non più di dieci grandi marchi, molti di questi presenti nei padiglioni di Expo. In Italia l’industria agroalimentari fattura 130 miliardi ed è la seconda dopo la metalmeccanica.

L come luce. Il 2015 è stato dichiarato anno internazionale della luce, intesa come fonte di energia. La luce è alla base della produzione e dell’agricoltura. L anche come latte: nel mondo si producono 671 milioni di tonnellate e i consumi sono in aumento.

M come mais. Probabilmente il cereale più antico (circa 9.000 anni fa) e fra i più consumati in tutti i continenti. Da qualche anno non solo destinato all’alimentazione umana o alla zootecnia, ma materia prima per le biomasse che producono energia elettrica.

N come Nepal. Tutti gli occhi sul Paese che a Expo è presente con un suo padiglione: rientrati a Kathmandu quasi tutti gli addetti nepalesi per aiutare la popolazione, il padiglione è stato terminato dagli altri lavoratori che hanno deciso di concludere i lavori nel tempo libero. L’agricoltura in Nepal è la prima voce dell’economia.

O come Ogm. Stati Uniti maggior produttore al mondo; l’Italia ha detto no alla coltivazione. L’Ue ha lasciato ai singoli Stati membri la sovranità di decidere. L’Ultima proposta della Commissione europea lascia ancora agli Stati la possibilità di decidere se limitarne o proibirne l’uso sul proprio territorio, anche sono stati autorizzati a livello comunitario.

P come pane e Pac. Il primo: protagonista della tavola italiana, con maestri panificatori in grado di realizzare opere d’arte. Pac: Politica agricola comune, la pietra miliare della nuova agricoltura europea e dei sostegni alle aziende.

Q come quinoa. La pianta, che non è un cereale ma un’erbacea, originaria del Sud America, cresce ad altezze tra i 1800 e i 5000 metri. E’ dotata di proprietà nutritive e ricca di proteine vegetali.Il consumo è ormai molto diffuso anche in Occidente.

R come riso. Assoluto protagonista, sfama oltre la metà del pianeta. A Expo l’Italia, primo produttore europeo, è presente nel Padiglione di Federalimentare con 51 aziende sotto l’egida dell’Ente Nazionale Risi. Nel cluster del riso, invece, presenti i paesi produttori di tutto il mondo.

S come sostenibilità. E’ il tema centrale di Expo. L’agricoltura sostenibile è una forma di sviluppo compatibile con la salvaguardia dell’ambiente e delle generazioni future.

T come terra. Negli ultimi 40 anni l’Italia ha perso quasi 5 milioni di ettari coltivabili. Nel mondo l’accaparramento dei terreni, il cosiddetto <land grabbing> da parte di Paesi Occidentali e in particolare della Cina è un fenomeno in espansione, soprattutto in Africa.

U come ulivi. Spagna, Italia e Grecia, nell’ordine, sono i tre Paesi maggiori produttori al mondo. L’Italia, in particolare la Puglia, sta attraversando un momento difficile a causa degli attacchi parassitari agli ulivi portati dal batterio Xylella.

V come vino. E’ il compagno della tavola dell’uomo da oltre 2500 anni. Expo è la prima esposizione universale a ospitare uno spazio tutto dedicato al vino. E’ nel Padiglione Italia e racconta la storia di questo prodotto, anche in versione interattiva.

Z come zootecnia. Il consumo di carne è destinato a crescere di circa il 73° entro il 2050, quello dei prodotti caseari,del 58°. I motivi: aumento della popolazione e del reddito mondiale pro capite.

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